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Ice Road: Vengeance (2025) - Recensione del film
Ice Road: Vengeance, 2025.
Scritto e diretto da Jonathan Hensleigh.
Con Liam Neeson, Bingbing Fan, Mahesh Jadu, Bernard Curry, Michala Banas, Geoff Morrell, Kaden Hartcher, Rosie Traynor, Shivantha Wijesinha, Grace O’Sullivan, CJ. Bloomfield, Amelia Bishop, Salim Fayad, Luke Clayson, Monish Anand, Eleanor Barkla e Shapoor Batliwalla.
SINOSSI:
Mike si reca in Nepal per disperdere le ceneri del fratello defunto sul Monte Everest. Quando Mike e la sua guida alpina si imbattono in mercenari su un autobus turistico, sono costretti a lottare per salvare se stessi, i passeggeri e la terra dei villaggi locali.
Ci sono così tanti film d’azione di Liam Neeson girati nella sua tarda carriera che finiscono per confondersi nella memoria. Pertanto, l’annuncio improvviso di un sequel di Ice Road (non è un termine esagerato: il film sembra essere stato inserito nel calendario delle uscite solo questa settimana e ne sono venuto a conoscenza nello stesso periodo) intitolato Ice Road: Vengeance, non solo mi ha costretto a rovistare nei miei archivi per ricordare cosa pensassi del primo film, ma anche a evitare di confonderlo con altri film d’azione artici di Liam Neeson come Cold Pursuit. Riattivando la memoria, la strada ghiacciata del titolo e una sequenza emozionante mi sono tornate in mente, insieme all’ingenuo legame centrale tra i fratelli Mike McCann (Neeson) e il fratello affetto da PTSD.
Il sequel? Zero strade di ghiaccio. Dovrebbe essere ovvio che se nel tuo film Ice Road non ci sono strade di ghiaccio, potrebbe non valere la pena realizzarlo o, almeno, bisognerebbe cambiare il titolo. D’altra parte, anche se ci fossero state strade di ghiaccio, questo film probabilmente sarebbe comunque terribile come il suo predecessore, ma senza nemmeno una scena d’azione degna di nota. Guardando questo sequel, mi sono reso conto che forse sono stato troppo severo con il primo rispetto a questo.
Mike si sta ancora abituando a vivere senza suo fratello (ricordo vagamente la sua morte nel primo film) e ha deciso che ora è il momento di spargere le sue ceneri sull’Everest, un luogo che aveva sempre voluto visitare. Nel frattempo, in Nepal, un villaggio è sopraffatto da politici corrotti che collaborano con mercenari per espropriare terre civili al fine di costruire una diga. Quando Mike sale a bordo di un autobus turistico accompagnato da una guida alpina del Monte Everest (Bingbing Fan), insieme a diversi altri personaggi tra cui un funzionario del governo americano fissato sui diritti umani che porta con sé la figlia svogliata (un divorzio ha complicato la situazione familiare), un autista e altre persone a cui importa ancora meno, si ritrovano invischiati nei piani dei mercenari di eliminare chi ostacola la costruzione della diga. Questo include il figlio del capo villaggio, che finisce per stringere un legame con la figlia dell’americano.
Alla luce di questo pericolo, Mike prende il controllo dell’autobus turistico guidandolo attraverso le montagne, tra inseguimenti e fughe. Bisogna ammettere che lo sceneggiatore e regista Jonathan Hensleigh cerca in tutti i modi di mettere l’autobus in situazioni inedite, come attaccarlo a un cavo per rallentarlo su una strada di montagna piena di curve o posizionarlo su un ponte azionato da una gru per attraversare un dirupo, ma la triste realtà è che nulla di ciò risulta coinvolgente. Inoltre, spesso il tutto risulta ridicolo a causa di effetti visivi davvero pessimi, come pietre che cadono e esplosioni (questa volta non c’è il budget di Netflix, che almeno nel primo film aveva garantito una resa visiva decente).
Anche quando mescola azione alla Liam Neeson più tradizionale, con combattimenti sull’autobus o sporadici scontri a fuoco (vale la pena citare che Bingbing Fan partecipa all’azione e sa farsi valere, cosa che non stupisce chi conosce il suo lavoro), il risultato è supremo nella sua genericità. A parte le scene iniziali e finali, il film non si preoccupa nemmeno di lavorare sul personaggio di Mike. Forse è meglio così. Sarebbe anche ingiusto dire che Ice Road: Vengeance è inguardabile. Il film non lascia alcuna impressione e, per quasi due ore, pone solo una domanda: Dove accidenti sono le strade di ghiaccio? Forse è una distrazione da quarto livello rispetto a quanto tutto ciò sia insensato e insipido.
Valutazione Flickering Myth – Film: ★★ / Film: ★★
Robert Kojder è membro della Chicago Film Critics Association, Critics Choice Association e Online Film Critics Society. È anche il responsabile delle recensioni per Flickering Myth. Clicca qui per nuove recensioni e seguimi su BlueSky o Letterboxd.
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