Non Andiamo con i Cani Stanotte (2025) - Recensione del Film

Non Andiamo con i Cani Stanotte (2025) - Recensione del Film

      Non Ci Lasciamoci Andare dai Cani Stanotte, 2025. Scritto e diretto da Embeth Davidtz. Con Lexi Venter, Embeth Davidtz, Zikhona Bali, Shilubana N Fumani, Rob van Vuuren, Anina Reed, Andreas Damm, Tessa Jubber, Kara du Toit, Albert Pretorius e Carel Nel. SINOSSI: Racconta la vita di Bobo, di 8 anni, nella fattoria zimbabwese della famiglia durante le ultime fasi della guerra di Bush. Esplora il legame della famiglia con la terra africana e l'impatto della guerra sulla regione e sugli individui attraverso la prospettiva di Bobo. Dopo aver terminato di guardare il film dalla titolatura lunga di Embeth Davidtz, Non Ci Lasciamoci Andare dai Cani Stanotte, non fu necessariamente uno shock apprendere tramite ricerche che questa trasposizione copre solo una parte della vita di Alexandra "Bobo" Fuller, cresciuta in una famiglia coinvolta nella guerra di Bush. Basato sui suoi ricordi, Davidtz si concentra intelligentemente su una fase, il primo periodo dell'infanzia in cui Bobo, 8 anni (interpretata in modo sorprendente dalla novella Lexi Venter, convincente sia sullo schermo che nei commenti interni, probabilmente pieni di riflessioni tratte dal memoir), e la sua famiglia navigavano la vita nel Rhodesia in tempo di guerra (quello che sarebbe diventato Zimbabwe). Quello che emerge è come una storia di crescita tra atteggiamenti razzisti, spesso fraintesi dal suo modo di vedere le cose, e i comportamenti della madre Nicola (interpretata da Embeth Davidtz). Per fornire un contesto storico, quel periodo fu segnato da una rivoluzione: la popolazione prevalentemente afro-americana sperava di riprendere il controllo della terra attraverso una prossima elezione, che divise naturalmente i bianchi (molti immigrati dopo la Seconda guerra mondiale) e gli afroamericani. Nicola, matriarca di una famiglia agricola in difficoltà economica, è determinata a restare, a qualunque costo. A un certo punto, disse a Bobo che se le fosse state portate via le armi, avrebbe lottato per la terra usando i pugni. La famiglia impiega anche servitori neri, Sarah (Zikhona Bali) e Jacob (Shilubana N Fumani), con la prima che spesso si prende cura di Bobo quando Nicola è ubriaca o in uno stato maniacale. È anche qui che si manifesta una dinamica interessante: Bobo sembra apprezzare sinceramente le storie della cultura e della religione di Sarah, ma adotta anche alcuni comportamenti autoritari della madre, ricordando i comportamenti dei padroni di schiavi. Ciò genera tensione tra Sarah e Jacob, con lei che fa qualche concessione a Bobo, considerandola ancora una bambina innocente, anche se un po’ scomoda, che assomiglia alla madre razzista, e lui che esprime ciò che va detto: che tutto ciò è degradante. Tuttavia, Bobo, che cresce in circostanze non ortodosse e si impegna in comportamenti discutibili come il fumo e la presenza di armi, sembra sempre esaminare e cercare di capire cosa sia giusto o sbagliato. C’è sempre la sensazione che una verità possa crollarle addosso da un momento all’altro, dato che sua madre e la famiglia sono, detto in modo diretto, razzisti. La famiglia affronta anche il trauma di aver perso una figlia e sorella in un incidente di annegamento, che contribuisce in parte a distruggere la salute mentale di Nicola, lasciando anche Bobo con un senso di colpa paralizzante. Per quanto coinvolgente e realistico il modo in cui ricrea la location e l’epoca con molta precisione, Non Ci Lasciamoci Andare dai Cani Stanotte appare comunque incompleto poiché rappresenta solo una fetta di quel memoir, anche se il film trova un punto di fermezza naturale e appropriato. Ci sono ancora archi narrativi irrisolti, con alcune scene del terzo atto che sembrano affrettate e che rischiano di privilegiare una performance appariscente di Embeth Davidtz, talvolta allontanandosi dal complicato rapporto tra Bobo e Sarah. Al minimo, Davidtz e il direttore della fotografia Willie Nel mostrano buon senso nel mantenere Bobo inquadrata, generalmente legata a quella prospettiva. Tuttavia, altri personaggi come il padre soldato di Bobo (Rob van Vuuren) e la sorella abusata (Ilana Cilliers) sembrano trascurati. L’altro grande problema è che, anche se basato sul memoir di Alexandra Fuller, la prospettiva narrativa tende a essere incentrata sui bianco, il che può risultare frustrante, anche se potrebbe essere la scelta giusta per questo film. Restano anche domande su cosa possa diventare Bobo in futuro. Perciò, pur essendo interpretato in modo impressionante e relativamente coinvolgente, più di ogni altra cosa, Non Ci Lasciamoci Andare dai Cani Stanotte suscita curiosità per leggere tutto il memoir e approfondire il resto della sua vita. Speriamo che Embeth Davidtz abbia l’opportunità di continuare ad adattare il memoir, soprattutto se Lexi Venter crescerà rappresentando tutto il quadro. Valutazione Flickering Myth – Film: ★ ★ ★ / Película: ★ ★ ★

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Non partiamo con i cani stanotte, 2025. Scritto e diretto da Embeth Davidtz. Con protagonisti Lexi Venter, Embeth Davidtz, Zikhona Bali, Shilubana N Fumani, Rob van Vuuren, Anina Reed, Andreas Damm, Tessa Jubber, Kara du Toit, Albert Pretorius e Carel Nel. SINOSSI: Ritrae la vita dell'ottienne Bobo nella fattoria di famiglia in Rhodesia durante la guerra del Bush.