
Recensione di "She Rides Shotgun": legame padre-figlia attraverso il sangue
Basato sul romanzo di Jordan Harper, con una sceneggiatura di Harper e Ben Collins & Luke Piotrowski, e diretto da Nick Rowland, She Rides Shotgun è un thriller energico ed élémentare che vede Taron Egerton nel ruolo principale intenso e coinvolgente. Interpretando Nate, appena scarcerato e immediatamente in fuga da Aryan Steel, una gang neo-nazista con cui aveva avuto contatti per uscirne, ora la taglia è stata emissione per la sua eliminazione e quella di tutta la sua discendenza. Dopo aver preso sua figlia Polly (Ana Sophia Heger) da scuola, i due sono in viaggio, guidando a tutta velocità, cercando di trovare un modo per rimanere vivi. Da un’auto rubata a un motel economico, fino a casa di un amico fallito, i due si scoprono per la prima volta.
Rowland costruisce un racconto esplosivo, ricco di tensione, modificando notevolmente l’opera originale nel tentativo di semplificare motivazioni e archi dei personaggi. Rob Yang offre una grande performance nel ruolo del Detective Park, una interpretazione sfumata del personaggio del “buon poliziotto”. John Carroll Lynch recita molto bene nel ruolo dell’incapace e malvagio “Dio di Slabtown”, un cattivo che purtroppo ha troppo poco tempo sullo schermo per lasciare il segno desiderato.
L’ambientazione nel New Mexico è spoglia e brutale, in sintonia con le emozioni di Nate. Egerton è forse al suo meglio in questo ruolo. Sembrerebbe essere cresciuto nel divo che Hollywood desiderava – cosa abbastanza ironica considerando il carattere sobrio e indipendente di She Rides Shotgun. Anche Ana Sophia Heger è all’altezza del compito, interpretando una bambina coinvolta in una situazione impossibile, con il giusto grado di complessità.
È necessaria una certa sospensione dell’incredulità per affrontare il terzo atto del film (e permettere una certa sfumatura a personaggi che in precedenza sembravano privi di scrupoli morali), tuttavia She Rides Shotgun procede a un ritmo urgente ed efficace. Una scena in particolare, con Park e Polly, interrotta da un terzo malvagio, risulta profondamente disturbante; il direttore della fotografia Wyatt Garfield sfrutta molto bene una piccola stanza d’albergo.
Rowland ha ben chiaro cosa funziona nel suo film – soprattutto Nate e Polly. C’è una vera chimica tra Egerton e Heger nelle molte scene insieme che trainano la narrazione e approfondiscono l’interesse del pubblico per le proprie sorti. C’è anche un’economia nelle sequenze d’azione che risultano necessarie e ben costruite. Pensate a un ampio "tracking shot" di uno scontro a fuoco climatico, che permette sia una visuale semplice che un impatto visivo dinamico – Rowland sfrutta al massimo le sue risorse.
She Rides Shotgun riesce in definitiva a non esagerare, mantenendo un equilibrio tra momenti di violenza brevi e incisivi e rivelazioni dirompenti, con scarse scene di perdono. Il materiale originale di Harper è un capolavoro duro e deciso; e benché l’adattamento di Rowland modifichi e semplifichi il romanzo, riesce a catturare l’energia e a trasmetterla efficacemente sullo schermo.
She Rides Shotgun uscirà venerdì 1° agosto.
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Recensione di "She Rides Shotgun": legame padre-figlia attraverso il sangue
Basato sul romanzo di Jordan Harper, con una sceneggiatura di Harper e Ben Collins & Luke Piotrowski, e diretto da Nick Rowland, She Rides Shotgun è un thriller energico ed elementale con Taron Egerton nel ruolo principale intenso e coinvolgente. interpreta Nate, appena uscito di prigione e subito in fuga da Aryan Steel.