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Recensione di "Descendent" (2025)
Descendente, 2025.
Scritto e diretto da Peter Cilella
Con Ross Marquand, Sarah Bolger, Susan Wilder, Charlene Amoia, Dan O’Brien, Brandon Scott, Alexandra Barreto, Alex Ruiz, Clare Cooney, Aisha Camille Kabia, Martin Garcia, Peter Cilella e Emily Pendergast.
SINOSSI:
Un guardia scolastica problematica di Los Angeles, ossessionato da una tragedia familiare, vive visioni strane dopo che un misterioso bagliore appare nel cielo. Man mano che si avvicina la data prevista per il parto della moglie, corre a confrontare i suoi demoni prima che la sua ossessione crescente lo consumi.
Sebbene ci sia un rapimento alieno circa 20 minuti dopo l’inizio di Descendente, scritto e diretto da Peter Cilella (con i grandi della fantascienza moderna Justin Benson e Aaron Moorhead come produttori, e con Ross Marquand, uno dei collaboratori frequenti di quella coppia, nel ruolo principale), questo film è meno incentrato sull’orrore di quel fenomeno, essendo invece usato come metafora delle nervose insicurezze inevitabili legate alla realtà di diventare padre in poche settimane. Ciò significa anche che, una volta che lo spettatore coglie questa metafora, il film non ha necessariamente altra direzione.
Non termina certamente in modo soddisfacente, risolvendo le questioni in modo abbastanza casuale e pigro, evidenziando la mancanza di nuove idee per generare tensione nel personaggio principale. È vero, offre una chiusura emotivamente coinvolgente per un aspetto chiave della vita di quel personaggio, ma è sconcertante che, tra cliché di allucinazioni, sequenze di incubi e inganni sul reale e sull’irreale, il film finisca proprio quando avrebbe dovuto costruire qualcosa di più profondo. Non si dice che Descendente debba culminare in un’esplosione di azione sci-fi o portare al massimo il suo elemento horror, ma che si tratta di uno studio di personaggi leggero, all’interno di un trip paranoico che, a volte, è coinvolgente e relazionabile, mentre per lo più gioca con lo spettatore in modi poco interessanti.
Sean (Ross Marquand) sta per diventare padre. È guidato da idee tradizionali di mascolinità e paternità, come dimostra il suo atteggiamento da workaholic da guardia scolastica, che (grazie a conoscenze tramite un contatto) potrebbe portarlo a un lavoro simile per un miliardario della tecnologia. Ovviamente, sua moglie incinta, Andrea (Sarah Bolger), apprezza il gesto, ma gli ricorda che le piace lavorare. Un passato infelice di Sean viene alla luce, spiegando forse parte di quella motivazione malsana di essere un fornitore a ogni costo, anche a costo di dimenticare che anno siamo e come sono i ruoli di genere moderni.
Orfano e cresciuto nella famiglia del suo migliore amico Christian (Dan O’Brien), sono persone generalmente buone che talvolta danno consigli offensivi o lo guardano dall’alto mentre dubitano della sua capacità di essere padre. Da soli a una festa, Christian offre irrispettosamente il nome di uno specialista in aborti. Man mano che il film procede, lui diventa una cattiva influenza, pronto a fomentare le paure più intense di Sean, come il bisogno di possedere un’arma per proteggere la famiglia. Naturalmente, Sean è così intrappolato nella sua mente (il film è sostanzialmente una metafora estesa delle ansie che emergono mentre si avvicina alla paternità) che inizia a trascurare Andrea, che attraversa dolori che potrebbero anticipare una gravidanza precoce. È assente, mentalmente perso, e inizia a farsi strada l’incertezza su quanto durerà questa relazione.
L’esito di questa paranoia incessante deriva da un rapimento alieno che lascia Sean risvegliarsi senza ricordi di ciò che è successo, ma con visioni di essere contenuto altrove, sdraiato di fronte al suo problematico padre. Improvvisamente sviluppa anche un talento nel disegnare gli schizzi inquietanti tipici di film sovrannaturali come questo, con uno psicoterapeuta che lo incoraggia affermando che è normale riscoprire capacità nascoste dopo un possibile danno cerebrale, e che dovrebbe continuare, poiché ciò riporterà la sua mente a casa.
In tutto ciò, lo stato mentale di Sean diventa sempre più allarmante mentre Andrea (è anche importante sottolineare che le interpretazioni sono abbastanza adeguate nel cogliere le ansie dei personaggi, nonostante la narrazione li deluda) e il bambino sembrano essere in pericolo per via delle loro connessioni, e Descendente propone diverse possibili risposte. Tuttavia, si tratta principalmente di una abbondanza di tranelli che, pur non essendo spaventosi, conferiscono ulteriore credibilità alla convinzione che, al di là di una promessa solida e di una metafora, Peter Cilella sia bloccato nel trovare una direzione per il materiale.
Voto Flickering Myth – Film: ★★ / Film: ★★★
Robert Kojder
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