
Recensione TIFF: Wake Up Dead Man è una scorribanda soddisfacente con Benoit Blanc, ma il capitolo più debole finora
Evitiamo il tipo di svolgimento lento e il grande colpo di scena che Benoit Blanc di Daniel Craig padroneggia nella serie Knives Out, e veniamo al dunque: Wake Up Dead Man: A Knives Out Mystery di Rian Johnson è un altro racconto soddisfacente e impossibile da prevedere che presenta tutti i caratteri distintivi della serie. C’è un ensemble incredibilmente vario, che include alcuni straordinari caratteristi e alcune stelle emergenti. C’è un crimine apparentemente irrisolvibile che porta con sé un sentore di Agatha Christie (e di altri, incluso Edgar Allan Poe). E c’è un trope affidabile del whodunit: Knives Out aveva una famiglia di traditori con i conti in sospeso, mentre Glass Onion offriva un’ambientazione da vacanza e “amici” con vendetta in mente; Wake Up Dead Man presenta un “mistero della porta chiusa” in una piccola cittadina.
Fin qui, tutto da manuale Knives Out. Wake Up Dead Man è, tuttavia, l’episodio più debole della serie––e non c’è paragone. È facile dimenticare quanto Knives Out fosse fresco nel 2019, e fu quasi eguagliato da Onion ambientato in pandemia (che però perse la trama nel suo ultimo tratto). Per quanto riguarda Wake Up come il meno riuscito dei tre, la colpa è della chiesa––l’ambientazione, cioè. A Johnson piace giocare con il sempre popolare genere del mystery parrocchiale, ma dopo una villa maestosa e l’isola piena di piaceri di un miliardario, una chiesa semplicemente non è un luogo altrettanto coinvolgente.
Il caso al centro di questo film si svolge in una parrocchia cattolica ossificata nell’entroterra dello stato di New York. Il suo nuovo viceparroco è un ex pugile con un passato, interpretato con umorismo e grazia ferita da Josh O’Connor. Il suo Jud Duplenticy desidera fare la differenza. Ma non sarà facile quando la parrocchia è governata dal fumante monsignore Jefferson Wicks (Josh Brolin, che richiama l’aspetto di Jeff Bridges). Il dominio di Wicks è una cattedrale gotica che attrae una piccola schiera di devoti. C’è un dottore alcolizzato (Jeremy Renner), uno scrittore ormai sul viale del tramonto (Andrew Scott), una violoncellista in cerca di un miracolo (Cailee Spaeny), e un avvocato costretto a crescere un aspirante politico (rispettivamente Kerry Washington e Daryl McCormack). Nelle ombre si aggira l’uomo tuttofare della chiesa (Glenn Close). Tutti sono in balìa di Wicks e non sono affatto contenti dell’arrivo di Jud.
Nota che non ho ancora menzionato Benoit Blanc. Questo è un problema: ci vuole troppo tempo prima che il detective sopra le righe faccia la sua comparsa. Uno dei piaceri di questa serie è l’interazione tra Blanc e un aiuto––LaKeith Stanfield in Knives Out, Janelle Monáe in Glass Onion. Questa volta, Blanc collabora con lo sceriffo della città, ruolo che Mila Kunis interpreta bene pur essendo appesantito da una caratterizzazione monocorde. Meriterebbe di più; così come meriterebbe di più Spaeny, il membro del cast più sprecato. Brolin, Close e O’Connor hanno più materiale su cui lavorare e sfruttano al massimo l’opportunità. Quanto a Craig: beh, è sempre un piacere vedere l’attore nei panni di Benoit Blanc. Ma al di fuori di un momento memorabile sul pulpito (e di uno sketch genuinamente classico che coinvolge Il Fantasma dell’Opera di Andrew Lloyd Webber), Craig è piuttosto contenuto questa volta.
È consigliabile vedere Wake Up Dead Man con il minor numero possibile di informazioni pregresse. A tal fine, mi asterrò dall’identificare quale membro del cast viene eliminato il Venerdì Santo. Il pubblico è ancora una volta improbabile che indovini come si svolgeranno i fatti e––nonostante i difetti––dovrebbe essere per lo più soddisfatto.
Sebbene Wake Up Dead Man non raggiunga le vette di Knives Out e Glass Onion, consolida nondimeno l’affidabilità di Johnson nel fornire brividi riflessivi. In effetti, il risultato più impressionante della carriera del regista non è Brick o The Last Jedi, sebbene plasmare un giallo liceale e il film di Star Wars più divisivo (e audace) siano entrambi traguardi ammirevoli. È chiaro che il suo più grande successo è la serie di Benoit Blanc, che resuscita una sorta di franchise del mistero che da tempo sembrava addormentato. Non è uno spoiler dire che, con la conclusione di Wake Up Dead Man, c’è poco motivo di credere che abbiamo visto l’ultimo di Blanc. Johnson ha certamente altre storie da raccontare, e queste intratterranno sicuramente le masse a casa in una serata di sabato. La prossima volta, speriamo in un’ambientazione più avvincente e––per favore––un detective più dinamico.
Wake Up Dead Man: A Knives Out Mystery ha fatto la prima al TIFF 2025, aprirà nei cinema il 26 novembre e arriverà su Netflix il 12 dicembre.
Altri articoli






Recensione TIFF: Wake Up Dead Man è una scorribanda soddisfacente con Benoit Blanc, ma il capitolo più debole finora
Evitiamo il tipo di sviluppo lento con una grande rivelazione in cui Benoit Blanc di Daniel Craig eccelle nella serie Knives Out, e veniamo al dunque: Wake Up Dead Man: A Knives Out Mystery di Rian Johnson è un altro racconto soddisfacente e impossibile da prevedere, che presenta tutti i tratti distintivi della serie. C'è un cast estremamente eterogeneo, che include alcuni personaggi stellari.