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Un grande, audace e bellissimo viaggio (2025) - Recensione del film
Un grande, audace e bellissimo viaggio, 2025.
Diretto da Kogonada.
Con Colin Farrell, Margot Robbie, Kevin Kline, Phoebe Waller-Bridge, Lily Rabe, Jodie Turner-Smith, Lucy Thomas, Billy Magnussen, Sarah Gadon, Brandon Perea, Hamish Linklater, Yuvi Hecht, Calahan Skogman, Chloe East, Jacqueline Novak, Jennifer Grant, Shelby Simmons, Simon Khan, Jason Kravits, Danielle Kennedy e Michelle Mao.
SINOSSI:
Due sconosciuti che si incontrano al matrimonio di un amico comune hanno la possibilità di rivivere momenti importanti del loro passato, illuminando il percorso che li ha condotti al presente e ottenendo l’opportunità di cambiare il loro futuro.
Avere un modo unico di entrare in un romance familiare, esplorare il passato e i rimpianti, e interrogarsi sul fatto che la coppia centrale di aspiranti amanti che l’universo sembra voler spingere in una relazione non è la stessa cosa che sostenere quella unicità per tutta la durata di un film. Il film di Kogonada, Un grande, audace e bellissimo viaggio, parte da un punto di partenza leggermente futuristico ma ancorato alla realtà: una misteriosa agenzia di noleggio auto (presentata come un magazzino quasi vuoto, come se fosse pensata per provini attoriali con una troupe di valutazione del talento riunita dietro un tavolo) presta veicoli dotati di dispositivi GPS senzienti che spingono i guidatori a uscire dalle gabbie della loro esistenza miserabile, fracassata e rassegnata per intraprendere il viaggio titularmente grande, audace e bellissimo.
Uno di questi individui è David, interpretato da Colin Farrell, che ha una brutta giornata a causa di problemi con l’auto durante una giornata tempestosa, costringendolo a recarsi all’agenzia di noleggio. In modo intrigante, comincia anche ad avere incontri fatali con Sarah, interpretata da Margot Robbie, incontrata per la prima volta a un matrimonio dove lei propone il matrimonio con un tono intenzionalmente ambiguo. Lei avverte inoltre che, se dovessero stare insieme, in qualche modo lo ferirebbe. Considerando che David è un uomo che vive per la conquista dell’amore, si tratta già di una combinazione discutibile, eppure il robot GPS (calmo e apparentemente affidabile, anche quando esigente, con la voce di Jodie Turner-Smith) continua a tenerli sulla stessa strada, incluso un diner lungo la strada dove mangiano cheeseburger da fast food e decidono di intraprendere il viaggio insieme.
È a questo punto che il viaggio diventa serio e conflittuale, esplorando i percorsi di ciascuno e portandoli a porte di realismo magico che li rimandano indietro nel tempo verso momenti decisivi della loro vita. La maggior parte di questi eventi porta con sé dolori e ferite non elaborati, direttamente collegati alle loro malsane abitudini relazionali nel presente. Come detto, l’idea non è necessariamente originale, e l’ingegnoso modo d’ingresso non basta a riscattarla. Le porte si aprono su periodi angoscianti, come la perdita di genitori, un cuore spezzato al liceo e l’erosione di relazioni falsamente felici. Sono i consueti passaggi che ci si aspetterebbe in un film con questa storia, stavolta con l’angolazione goffamente gestita secondo cui siamo tutti attori nelle nostre vite e recitiamo alla ricerca di verità emotive.
Pur apprezzando che Kogonada (che lavora su una sceneggiatura di Seth Reiss) non voglia insistere sul sentimentalismo con il martello pneumatico, optando per un approccio sufficientemente sfumato che spesso permette a questi personaggi e ai loro problemi di apparire reali, il film è anche un procedere meandriforme che diventa stancante mentre si attende la conclusione inevitabile, con circostanze sempre più stucchevoli, prevedibili e fastidiose. La scrittura non è forte come le interpretazioni o la regia di Kogonada, che è piacevolmente luminosa e vividamente colorata, conferendo una semplice bellezza alle sue idee lo-fi.
Anche se il regista cerca attivamente di evitarlo, Un grande, audace e bellissimo viaggio è più che altro un grande, melenso ammasso di sentimentalismo. Non è certo né grande né audace, anche se ci sono alcune immagini suggestive, quindi la parte “bellissima” è corretta. L’impianto e il climax emotivo sono toccanti, ma a parte una splendida sequenza notturna con vista sulla Terra, il viaggio manca di quella scintilla che Colin Farrell e Margot Robbie non riescono a fornire, principalmente perché il materiale li tradisce.
Valutazione Flickering Myth – Film: ★ ★ ★ / Movie: ★ ★
Robert Kojder
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