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Derelict (2024) - Recensione del film
Derelict, 2024.
Regia di Jonathan Zourin.
Con Suzanne Fulton, Pete Bird, Michael Coombes, Dean Kilbey, Leigh Barwell, Nick Cornwall e Ayvianna Snow.
SINOSSI:
Una figlia in lutto cerca vendetta per l'omicidio del padre e, quando uno dei responsabili viene rilasciato dalla prigione, scopre che ottenere vendetta non è così facile.
Di tanto in tanto un film ti prende per la gola e ti impone di prestare attenzione, e Derelict è un ottimo esempio di questo. All'apparenza è un thriller di vendetta crudo, ambientato in una qualunque cittadina britannica popolata da personaggi loschi che compiono atti sgradevoli, ma il film va più in profondità, presentando uno studio dei personaggi e gli effetti del dolore e della rabbia su cui la maggior parte dei grandi film di vendetta a grande budget di solito non si sofferma.
Abigail (Suzanne Fulton) è in lutto per suo padre, brutalmente assassinato tempo prima, e vive come un involucro vuoto, distante dalla sorella, con avventure di una notte e costretta a difendersi dalla gang che staziona nello stabile dove abita. Altrove, Matt (Michael Coombes) un giorno torna a casa e scopre che suo fratello maggiore Ewan (Pete Bird) è stato rilasciato dal carcere ed è seduto nella sua cucina. Mentre le lealtà di Matt sono divise tra il fratello e il suo migliore amico, Ewan coinvolge il fratello in un piano che, dice, li arricchirà; le cose però non vanno lisce e le vite di Matt e Abigail ben presto si intrecciano in modi che nessuno dei due si aspettava.
Fin dall'inizio Derelict è qualcosa di molto diverso dal tipico revenge thriller britannico. Mescolando riprese in bianco e nero e a colori dentro una narrazione non lineare, Derelict è diviso in capitoli che si alternano tra Abigail e Matt/Ewan, con la gradazione del colore che cambia man mano che i personaggi e gli eventi si caricano emotivamente, e Jonathan Zourin combina questo metodo narrativo con una fotografia straordinaria, inquadrando deliberatamente le scene in modi che raccontano parte della storia senza che i personaggi in scena debbano fare nulla: è il loro linguaggio del corpo e le espressioni a fare tutto il lavoro.
Ma questo modo artistico di raccontare la storia non funzionerebbe senza attori capaci di esprimere ciò che non è scritto nel copione, e Derelict è pieno di interpretazioni formidabili, nessuna più di quella di Suzanne Fulton, che rende Abigail tragica ma inflessibile nella sua determinazione a vendicare la morte del padre. Anche Michael Coombes impressiona nei panni di Matt, che non è cattivo in fondo al cuore ma la sua lealtà verso il fratello si rivela la sua rovina, e le espressioni da cucciolo di Coombes danno a Matt un'innocenza e una profondità che ti fanno pensare che alla fine ce la farà.
Tuttavia, nessuno in Derelict si redime davvero alla fine, perché questo film è tanto cupo e desolante quanto può esserlo una pellicola che ritrae la vita reale. L'espediente centrale della trama—l'omicidio di un uomo di famiglia—è già di per sé straziante, ma è l'esplorazione di quell'evento che risulta così avvincente: l'omicidio non ha colpito solo la sua famiglia immediata, gli effetti di un evento insensato — una decisione stupida — si protraggono per anni e non riguardano solo le persone direttamente legate alla vittima, e questo viene raccontato non in modo lineare ma con dettagli elargiti fuori ordine, a gocce, che siamo chiamati a ricomporre mentre Abigail e Matt cercano di dare senso alle loro esperienze. È cinema potente e brillante, che cattura emozioni crude nelle interpretazioni e nelle immagini, con i filmmaker che spremono tutto ciò che possono dal copione con un budget che non basterebbe nemmeno per coprire il catering in un set hollywoodiano.
Detto questo, una tale visione artistica ha un costo: Derelict non è un film da popcorn; il suo ritmo deliberatamente lento e l'atmosfera cupa probabilmente scoraggeranno chi cerca una immediata dose di azione vendicativa violenta, ma se volete vivere qualcosa di stimolante e diverso — e Derelict è un film da vivere più che da guardare — allora Jonathan Zourin e la sua troupe hanno probabilmente realizzato il miglior film britannico di questo decennio, quindi non perdetevelo.
Valutazione Flickering Myth – Film: ★ ★ ★ ★ ★ / Pellicola: ★ ★ ★ ★
Chris Ward
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