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Recensione del film – TRON: Ares (2025)
TRON: Ares, 2025.
Regia di Joachim Rønning.
Con Jared Leto, Greta Lee, Evan Peters, Gillian Anderson, Jodie Turner-Smith, Jeff Bridges, Hasan Minhaj, Cameron Monaghan, Arturo Castro, Sarah Desjardins e Elizabeth Bowen.
SINOSSI:
Un Programma altamente sofisticato, Ares, viene inviato dal mondo digitale in quello reale per una missione pericolosa.
Nel tentativo di essere attuale e rilevante, TRON: Ares del regista Joachim Rønning porta il mondo digitale nella realtà, con CEO rivali alla ricerca di un codice di permanenza che impedisca loro di evaporare dopo 29 minuti. Ci sono accenni all'ascesa dell'IA espressi con un tono di incertezza, in un film talmente fuori contatto da non avere alcun polso su nulla, compresa l'industria dei videogiochi. Qualcosa di esilarante chiamato Space Paranoids è in qualche modo un franchise di successo nonostante suoni come un gioco arcade degli anni '80. È un film che aspira ad essere del momento, ma è scritto (da Jesse Wigutow, che ha concepito la storia insieme a David DiGilio) in modo insultante, rifiutando di aggiornare qualsiasi aspetto della serie per un mondo moderno.
Perfino il nucleo della premessa, due CEO che corrono per trovare questo codice, è sordo al tono. Non importa se uno di loro ha buone intenzioni anche se sorprendentemente accoglie ciò che si può realizzare con l'IA se usata nel modo giusto (anche se l'IA viene menzionata solo un paio di volte nell'arco del film; siate certi che il finale è più esasperante rispetto all'invito alla convivenza di M3GAN 2.0), o se la ENCOM Corporation è sempre stata parte di questi film. Pretendere che a qualcuno importi di una battaglia aziendale al giorno d'oggi è fuorviante, specialmente visto l'esposizione introduttiva essenziale ma verbosa pensata per suscitare coinvolgimento, come se fosse di nuovo la guerra Nintendo/PlayStation degli anni '90.
Il nuovo CEO di Dillinger Systems, Julian (una recitazione caricaturale, malvagia e complessivamente pessima di Evan Peters) cerca il codice di permanenza per ragioni più nefaste, desideroso di mantenere il suo Programma, Ares (Jared Leto), nel mondo reale permanentemente (come implica il codice) per fare una fortuna vendendolo come super-soldato militarizzato (il suo discorso su questo sembra preso pari pari da RoboCop). È anche un uomo d'affari losco, che cerca di nascondere il limite attuale dei 29 minuti ai suoi investitori il più a lungo possibile, con sua madre, Elizabeth (Gillian Anderson), che di tanto in tanto interviene per dire quanto sia inadeguato, affermando l'ovvio: non è così in controllo come pensa.
Questo è in parte perché Ares sta già diventando senziente, curioso della pioggia e sviluppando risposte emotive come l'empatia (è anche un grande fan dei Depeche Mode nonostante la colonna sonora sia dei Nine Inch Nails). La sua squadra di programmi umanoidi algoritmici, composta da Athena (Jodie Turner-Smith, tutta smorfie minacciose e un personaggio del tutto vuoto), non ha ancora provato simili sentimenti. Non è neppure chiaro perché Ares stia diventando più umano, se non per far avanzare la trama. Tuttavia, ad Ares viene affidato il compito di entrare nel mondo reale e localizzare la nuova CEO di ENCOM, Eve (Greta Lee), che, senza alcun aiuto dal suo goffo compagno comico (interpretato da Arturo Castro), ha trovato il mitico codice e ha portato un albero dal mondo digitale che è rimasto in piedi per cinque ore senza segni di degradazione.
Ammesso che la prima metà di TRON: Ares abbia un certo slancio propulsivo, funzionando come una serie di sequenze d'azione con quasi nessuna pausa tra di esse, alternando mondi e rapporti d'aspetto. Dato il tipo di film, è costoso, con dettagliati effetti CGI a giustificarlo. I punti di vista dall'alto dei personaggi che cavalcano le loro Light Cycles lasciando scie arancioni o rosse attraverso strade del centro pesantemente congestionate sono uno spettacolo impressionante e qualcosa di nuovo per la serie. I limiti dei 29 minuti forniscono anche un senso di urgenza, spesso esaltato dalla musica pulsante ed energizzante dei Nine Inch Nails. Devono aver messo nuova musica in ogni scena, come se i cineasti sapessero che è uno dei pochi elementi con un battito.
Da lì, la trama già generica diventa più centrale quando Ares scopre di più su Eve, il che, a sua volta, rende più forte il suo desiderio di diventare permanente nella realtà. Avendo perso il codice, Ares ed Eve intraprendono una nuova missione per ritrovarlo mentre lo tengono lontano da Julian, che ora manda in modo incessante Athena contro di loro. C'è molto rumore, azione poco ispirata, cameo, esche per un sequel non meritate e niente di tematico o di attuale sfruttato quando parti del mondo digitale si fondono con il nostro. Invece, TRON: Ares è tutta narrazione e tropi riciclati, senza nulla che valga lo spettacolo a cui il film ambisce o la presenza di Trent Reznor nella colonna sonora.
Valutazione Flickering Myth – Film: ★ ★ / Movie: ★ ★
Robert Kojder
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