
Recensione del Festival del Cinema di Londra 2025 – The Mastermind
The Mastermind, 2025.
Diretto da Kelly Reichardt.
Con Josh O’Connor, Alana Haim, Hope Davis, John Magaro, Gaby Hoffmann e Bill Camp.
SINOSSI:
Un carpentiere disoccupato, diventato ladro d'arte dilettante, pianifica il suo primo grande colpo e, quando le cose vanno storte, la sua vita va in pezzi.
Kelly Reichardt è una regista difficile da catalogare; si è costruita una reputazione con film d'autore eclettici e distintivi, lavorando con un gruppo di attori di talento come Kristen Stewart, Lily Gladstone e con una collaborazione ricorrente con Michelle Williams. Film come Night Moves e First Cow sfidano le aspettative dei thriller e dei western tradizionali, e il suo ultimo film, The Mastermind, apparentemente un film su un colpo nel mondo dell'arte, è lontano anni luce da Ocean’s Eleven o The Thomas Crown Affair.
James Blaine Mooney di Josh O’Connor ha una famiglia molto unita, è figlio di un giudice e felicemente sposato con Terri, interpretata da Alana Haim. Nel tempo libero ha creato una piccola banda, arruolandola per rubare cimeli d'arte, sia di piccola che di grande entità. Terri è all'oscuro della sua doppia vita. Fin qui potrebbe sembrare un film di rapine d'arte più convenzionale; tuttavia, diventa subito evidente che è Kelly Reichardt a capovolgere le nostre aspettative. Blaine non è certo un Danny Ocean: non pensa abbastanza in anticipo per restare fuori dai guai con la legge o per evitare di compromettere la sua famiglia.
Il pubblico verrà per una cosa e otterrà qualcosa di molto più gratificante. Con l'ambientazione negli anni '70, Reichardt ha meravigliosamente ricreato l'era della New Hollywood con immagini granulose, abiti perfetti per l'epoca e una splendida colonna sonora jazz di Rob Mazurek, che sorprendentemente firma la sua prima colonna sonora per un film. È certamente un abbinamento naturale; Reichardt osserva di essere una grande ammiratrice del suo lavoro.
O’Connor, come lo era in La Chimera, è completamente ipnotico; in molti fotogrammi del film, è un lavoro che crollerebbe sulle spalle di interpreti meno capaci. Comanda lo schermo con discrezione mentre pianifica come restare un passo avanti dopo una rapina andata male. James è costretto a spostarsi da un conoscente all'altro per chiedere aiuto, diventando sempre più paranoico. Reichardt mette abilmente in parallelo questo con la guerra del Vietnam e le agitazioni civili. Il finale è sicuramente uno di quelli che resteranno nella storia e aiuterà a modificare la percezione del film.
Potrebbe mancare di brividi nel senso più tradizionale, ma c'è qualcosa di irresistibile in The Mastermind e l'occhio di Reichardt per i dettagli è una gioia da ammirare. Josh O’Connor è un'aggiunta naturale alla sua rosa di collaboratori e, si spera, questo non sarà l'ultimo film di questa particolare coppia. Capovolge abilmente le aspettative su dove pensiamo che questo tipo di storia debba andare e aggiunge un altro film impressionante alla sua filmografia. È un affettuoso omaggio ai thriller paranoici degli anni '70, ma è decisamente un film di Reichardt.
Valutazione Flickering Myth – Film: ★ ★ ★ ★ / Film: ★ ★ ★ ★
Chris Connor




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