Recensione del BFI London Film Festival 2025 – Giant
Giant, 2025.
Scritto e diretto da Rowan Athale.
Con Amir El-Masry, Pierce Brosnan, Ali Saleh, Ghaith Saleh, Katherine Dow Blyton, Olivia Barrowclough, Elika Ashoori, Austin Haynes, Rocco Haynes, Oliver Joseph Brooke, Arian Nik, Big Jake, Kelvin Ade e Mehdi Mangoli.
SINOSSI:
Ispirato dalla storia vera del pugile britannico-yemenita Prince Naseem “Naz” Hamed e del suo viaggio dalle umili origini fino a diventare campione del mondo, nonché del suo allenamento sotto Brendan Ingle, che ebbe un ruolo cruciale nel suo successo.
Il Giant del regista-sceneggiatore Rowan Athale dà vita alla vera storia del campione del mondo nato a Sheffield Prince Naseem ‘Naz’ Hamed, scoperto dall’allenatore irlandese Brendan Ingle negli anni ’80. Naz era un talento naturale, ma le sue origini yemenite lo esposero a numerosi abusi sul ring. Brendan incoraggiò Naz a difendersi, creando infine la persona arrogante che, unita al suo evidente talento, gli procurò successo di massa e, in definitiva, diversi titoli mondiali.
Da adulto, Naz si trasforma completamente nel suo personaggio pugilistico, diventando lo stesso uomo arrogante anche fuori dal ring. Con ricchezza e successo smisurati a disposizione, comincia a chiedersi se abbia davvero bisogno di Brendan. Lo esclude dalla sua carriera e il rapporto si deteriora.
Sebbene Giant sia per lo più un film pugilistico piuttosto standard, è in realtà una pellicola sull’ascesa e la caduta di un’amicizia. Amir El-Masry, che si era già distinto in Limbo (2020), è straordinario nei panni di Naz, incarnandone superbamente il celebre carisma e fascino, mentre Pierce Brosnan riesce a portare a Brendan il giusto equilibrio tra sincerità e umanità. I due protagonisti condividono diversi scontri memorabili, ed è difficile non provare empatia per Ingle che, dopo aver dedicato anni della sua vita a Naz e averlo trattato come un figlio, si ritrova con poco da mostrare per i suoi sforzi.
Vale la pena notare che Naz è una persona molto difficile da guardare per due ore. Le sue esibizioni arroganti sono chiaramente una parte enorme di chi è, ma non ci vuole molto perché questo stanchi lo spettatore; il suo personaggio è forse un po’ troppo semplificato. Il film non sembra particolarmente interessato a prendere seriamente il suo punto di vista. E oltre al semplice sottolineare che Brendan potrebbe effettivamente aver creato questo “mostro” incoraggiandolo quando era ragazzo, non lo sostiene davvero. È una storia in bianco e nero, eroe contro cattivo, e sarebbe potuta essere più interessante con un po’ più di equilibrio.
Il film inciampa inoltre leggermente nel terzo atto, raggiungendo diverse conclusioni ovvie e impiegando infine troppo tempo per portare avanti il suo punto. La conversazione finale culminante a cui conduce è eccellente, forse il miglior momento dell’intero film, e si conclude con un pugno allo stomaco narrativo eseguito in modo intelligente, ma il film trascina i piedi prima di arrivarci e rischia di perdere il pubblico.
C’è molto da apprezzare in Giant. È senza dubbio un film imperfetto, ma queste storie sono amate dal pubblico per una ragione. Chi non ama una storia da “dalla miseria alla ricchezza” di un outsider che arriva in cima grazie all’aiuto di amici, famiglia e alla sua tenace determinazione? È un sicuro successo di pubblico, con interpretazioni principali coinvolgenti e scene di pugilato davvero memorabili, destinato a piacere al pubblico quando lo imbatteranno in streaming il prossimo anno. Non è però abbastanza interessante da elevarsi al di sopra del generico e diventare un vero e proprio punto fermo britannico, e non si può fare a meno di avere la sensazione che sia stata persa l’occasione per creare qualcosa di un po’ più speciale.
Valutazione Flickering Myth – Film: ★ ★ ★ / Movie: ★ ★ ★
Di Dan Barnes
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