
7 film cult per adolescenti degli anni '90 che potresti esserti perso
Casey Chong con sette film cult per adolescenti degli anni '90 che potresti esserti perso…
Gli anni '90 hanno visto molti film per adolescenti spaziando tra diversi generi, dalle commedie agli horror e ai thriller. Alcuni, come Clueless, American Pie e Scream, sono diventati classici di genere anche grazie al loro grande successo commerciale, ma molti altri film per adolescenti sono passati inosservati e sono stati sottovalutati all’epoca della loro uscita. Ecco sette film cult per adolescenti degli anni '90 che vale la pena recuperare se non l’hai ancora fatto…
Pump Up the Volume (1990)
“Ti capita mai di avere la sensazione che tutto in America sia completamente f****to?”
Questa è la prima battuta di Hard Harry, interpretato con grande convinzione da Christian Slater nella performance che più di tutte ha definito la sua carriera, anche se il film non fu un grande successo all’epoca. È un conduttore radiofonico pirata notturno e protagonista di un one-man show, “Happy Harry Hard-On”. Parla di tutto ciò che colpisce particolarmente gli adolescenti: dalla frustrazione verso il sistema scolastico a incoraggiare le giovani generazioni a farsi sentire e a prendere in mano il proprio destino.
La storia forse oggi appare datata, vista la dimensione analogica nel periodo pre-internet, ma il nucleo tematico rimane più attuale che mai, soprattutto in relazione al tema della libertà di espressione. Le uniche grandi differenze per le nuove generazioni stanno nell’uso di podcast e delle piattaforme social.
Slater interpreta un ruolo dalle doppie identità, mettendo in mostra la propria versatilità tra Hard Harry, il conduttore radiofonico dalla lingua tagliente, e Mark Hunter, lo studente delle superiori introverso. Lo sceneggiatore e regista Allan Moyle, già abituato ai drammi adolescenziali dopo Times Square del 1980, non teme di affrontare tematiche complesse e delicate (resta nella memoria il breve quanto intenso momento in cui un ascoltatore interpretato da Anthony Lucero parla della propria volontà di suicidarsi).
Empire Records (1995)
Ecco un’altra perla sottovalutata degli anni '90 realizzata da Allan Moyle, che purtroppo passò inosservata dopo una distribuzione in sala davvero limitata nel 1995. Come Pump Up the Volume, uscito cinque anni prima, Empire Records ha poi trovato una seconda vita conquistando un seguito di culto, anche grazie al singolo di successo dei Gin Blossoms, “Til I Hear It From You”. Il film si svolge quasi interamente nell’omonimo negozio di dischi indipendente, raccontando gli alti e bassi dei giovani dipendenti, tra rapporti personali, ricerca di sé stessi e inquietudini adolescenziali.
Il cast è composto da giovani all’epoca emergenti come Liv Tyler, Renee Zellweger, Robin Tunney ed Ethan Embry. Ogni personaggio ha una propria personalità ben definita, in particolare la Corey Mason riflessiva di Tyler e la Gina ribelle di Zellweger. Da non dimenticare anche una colonna sonora formidabile, che va da “Romeo and Juliet” dei Dire Straits a “Liar” dei The Cranberries, “Counting Blue Cars” dei Dishwalla e “Crazy Life” dei Toad the Wet Sprocket.
The Doom Generation (1995)
The Doom Generation segna il capitolo centrale della Teenage Apocalypse Trilogy di Gregg Araki, tra Totally F***ed Up e la conclusione con Nowhere. Un dramma adolescenziale indipendente con elementi di commedia nera e thriller, il film non ebbe grande impatto al botteghino, ma è divenuto presto un classico di culto grazie alla regia audace di Araki e alla sua rappresentazione esplicita della promiscuità e della cultura giovanile ribelle degli anni ’90.
Il successo del film si deve soprattutto all’eccellente cast giovane, guidato da Rose McGowan, James Duval e Johnathon Schaech. Araki non si risparmia nelle scene di violenza grafica, alternando momenti disturbanti e grotteschi (come la testa mozzata che parla) ad altri spietatamente crudi (il finale insanguinato). The Doom Generation spicca anche per la sua estetica visiva: Araki fa un uso brillante di colori vivaci (in particolare il rosso) e luci al neon, che rispecchiano il viaggio disilluso dei tre giovani protagonisti tra sesso sfrenato, relazioni a tre e problemi di ogni sorta.
Welcome Home, Roxy Carmichael (1990)
Welcome Home, Roxy Carmichael appare quasi un’eccezione nella filmografia di Jim Abrahams, noto soprattutto per le parodie di Airplane!, Una pallottola spuntata e Hot Shots! Ma qui mostra il suo lato più intimo in una commedia drammatica adolescenziale con protagonista la “ragazza del momento” dell’epoca, Winona Ryder. Quest’ultima, ovviamente, era già associata a ruoli di teenager ribelle in Beetlejuice e Schegge di follia. Qui però non interpreta la protagonista del titolo, bensì un’adolescente socialmente goffa, solitaria, che preferisce prendersi cura degli animali randagi piuttosto che socializzare.
Abrahams affronta anche il tema dell’ossessione per le celebrità, vista dal punto di vista della Dinky Bossetti di Ryder, che arriva a fissarsi sempre più sulla concittadina famosa Roxy Carmichael, assente dal paese da molto tempo. Quando la cittadina scopre che Roxy sta per tornare in visita, Dinky sospetta possa essere la sua madre biologica dispersa. Ryder è perfetta nel ruolo e può contare su un solido cast di supporto, soprattutto Jeff Daniels nel ruolo dell’uomo che in passato ha avuto una breve relazione con Roxy.
Idle Hands (1999)
Un anno prima di diventare protagonista in Final Destination, Devon Sawa si fece notare come Anton in Idle Hands: un adolescente pigro che passa il tempo a guardare la TV o fumare erba con gli amici. È così svagato e indolente che non si accorge nemmeno che i suoi genitori sono già morti sin dall’inizio. Il fulcro del film è la mano di Anton, posseduta e con vita propria. Pensate a The Hand o La Casa 2: onore a Rodman Flender per aver saputo mescolare con efficacia horror slasher irriverente a umorismo nero.
Idle Hands è una commedia adolescenziale “slacker” che trasforma inaspettatamente uno sfaticato come Anton in un eroe improbabile, non senza disastri imprevisti. È nerissima e divertente e, oltre all’interpretazione senza freni di Sawa, vanta solidi comprimari come Seth Green ed Elden Henson nei panni dei suoi migliori amici, oltre a Jessica Alba in uno dei suoi primi ruoli come storica cotta di Anton. Molti anche gli effetti speciali pratici davvero notevoli.
Drop Dead Gorgeous (1999)
Molto prima che Amy Adams diventasse una delle migliori attrici della sua generazione, ha iniziato la carriera proprio con Drop Dead Gorgeous. Una commedia adolescenziale di umorismo nero incentrata sulle partecipanti di un concorso di bellezza di provincia: il regista Michael Patrick Jann adotta l’approccio del mockumentary per satirizzare con brio il prezzo della fama, della bellezza e dell’ambizione. Lo stile comico alterna trovate surreali a momenti freddi che funzionano anche grazie al cast affiatato, non solo Adams ma anche Kirsten Dunst, Denise Richards e Kirstie Alley.
Drop Dead Gorgeous aggiunge anche il tocco del thriller con mistero nero pece: una dopo l’altra, le concorrenti finiscono morte in circostanze misteriose. Peccato che il film all’epoca non abbia attirato abbastanza pubblico, incassando solo 10,5 milioni di dollari a fronte di un budget di 15 milioni. Ma è comunque riuscito a costruirsi un fedele seguito nel corso degli anni.
Jawbreaker (1999)
Un flop al momento dell’uscita ma poi pian piano inserito tra i cult, Jawbreaker fa riferimento alla caramella dura e rotonda che sembra innocua ma può essere micidiale. Tutto accade già nella scena iniziale: un trio di ragazze popolari del liceo (Rose McGowan, Rebecca Gayheart e Julie Benz) uccide accidentalmente un’amica (Charlotte Ayanna), che è imbavagliata con una jawbreaker durante uno scherzo di rapimento finito male. Cercano di coprire l’omicidio, ma l’emarginata del gruppo, interpretata da Judy Greer, lo scopre inavvertitamente.
Ne segue una girandola di umorismo nerissimo e l’esempio di come una bulletta come Courtney Shayne (McGowan) pensi di poter controllare tutto senza subirne le conseguenze. Il cast giovane è eccellente e il film culmina in un finale alla Carrie (lo sguardo cattivo è lo stesso, pur senza l’elemento soprannaturale).
E tu, quali film per adolescenti anni ’90 consigli? Faccelo sapere sui nostri social @FlickeringMyth…
Casey Chong








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