I 13 migliori film di serial killer mai realizzati, classificati

I 13 migliori film di serial killer mai realizzati, classificati

      Ecco i 12 migliori film su serial killer che abbiamo mai visto, classificati dal meno al più grande.

      Da commedie nere a esplorazioni dell'empatia, mascherate da storie di serial killer, tutti hanno qualcosa da dire sui crimini e sulla società nel suo complesso.

      Ecco i migliori film sui serial killer mai realizzati.

      12 – Freeway (1996)

      Republic Pictures – Crediti: C/O

      Il film Freeway di Mathew Bright è tanto sopra le righe quanto Henry è radicato nella realtà: è una rivisitazione di Cappuccetto Rosso con Kiefer Sutherland nel ruolo del Lupo cattivo Bob Wolverton, Reese Witherspoon come la nostra eroina, che in questo caso è una ragazza analfabeta in fuga di nome Vanessa.

      In un aggiornamento intelligente e molto '90s della favola, nessuno crede a Vanessa, nemmeno quando spara a Bob per porre fine al suo regno di terrore sulle autostrade della California.

      È un film perfetto per l'epoca della tv trash e dei processi per omicidio trasmessi in TV, dove i confini tra morte e intrattenimento si sono fatti sempre più sfocati.

      11 – My Friend Dahmer (2017)

      FilmRise – Crediti: C/O

      Basato su un ottimo graphic novel di Derf Backderf, che in realtà è cresciuto insieme a Jeffrey Dahmer, questo film di Mark Meyers, freddamente inquietante e molto oscuro nella crescita personale, provoca nausea non per exploit, ma perché cattura un momento nel tempo in cui un orribile serial killer avrebbe potuto essere fermato, se solo qualcuno avesse potuto prevedere il dolore che avrebbe causato.

      Il film traccia una linea chiara tra la mancanza di empatia di Dahmer sia verso gli animali sia verso i coetanei, e i suoi omicidi successivi, senza essere invadente. (La sua imitazione di una persona con disabilità è un segno precoce della sua crudeltà superficiale e stupidamente banale.)

      L'intero cast è eccellente, soprattutto Ross Lynch nei panni di Dahmer e Alex Wolff come Derf, e farà riflettere molto sui segnali di allarme precoci.

      10 – Seven (1995)

      New Line Cinema – Crediti: C/O

      Uscito un anno prima di Freeway con molto più successo, Seven è il film per eccellenza sul serial killer come genio pazzo, e si diverte forse un po’ troppo nel mostrare come John Doe (Kevin Spacey) elimina le sue vittime.

      Come tutti i grandi villain, crede di avere uno scopo elevato – uccidere i praticanti dei sette peccati capitali – ma è difficile prenderlo sul serio come qualcosa di più di pulp.

      Eppure, un pulp ben fatto. Merito dell’indubbio mestiere del regista David Fincher e di un ottimo cast. Oltre alle interpretazioni di Brad Pitt, Morgan Freeman e Spacey, è stato il ruolo di breakout di Gwyneth Paltrow.

      9 – From Hell (2001)

      20th Century Fox – Crediti: C/O

      Basato sul graphic novel From Hell di Alan Moore ed Eddie Campbell, l’ottima versione dei fratelli Hughes offre ciò che nessuno pensava fosse possibile: una nuova interpretazione di Jack lo squartatore.

      Con Johnny Depp nei panni di un investigatore vittoriano e Heather Graham come prostituta il cui cerchio viene preso di mira dal famigerato killer di Whitechapel, From Hell non si ferma davanti a nulla per catturare la vostra fascinazione morbosa: c’è anche una cameo dell’Elefante Uomo.

      Offre anche un’ipotesi sull’identità di Jack che è cupamente credibile e narrativamente soddisfacente.

      8 – Monster (2003)

      Newmarket Films – Crediti: C/O

      Il ritratto realizzato da Patty Jenkins della serial killer Aileen Wuornos è audace e ambizioso in modo raro: riesce a farci capire e persino simpatizzare con la sua protagonista femminile prima di turning contro di lei.

      Charlize Theron ha subito una trasformazione sbalorditiva che le ha valso l'Oscar come migliore attrice, e il suo sorprendente arco narrativo dimostra, come pochi film sui serial killer, che i mostri non nascono, ma si fanno.

      7 – American Psycho (2000)

      Christian Bale nei panni di Patrick Bateman in American Psycho, Lionsgate

      Di gran lunga il film di serial killer più divertente mai realizzato, American Psycho segue Patrick Bateman (Christian Bale in un ruolo che lo ha consacrato), un yuppie che uccide le persone o le immagina dolcemente, a seconda di come si interpreta il film.

      La nostra interpretazione: lui ha ucciso tutte quelle persone. Il che lo rende ancora più oscuro e divertente quando tutti suppongono che non abbia ucciso, grazie ai suoi bei capelli, vestiti firmati, buona forma fisica e biglietto da visita impeccabile.

      Forse il più divertente di tutti è il sovvertimento del trope dell’eroe-detective: Willem Dafoe nel ruolo di Donald Kimball è tanto un aspirante celebrità quanto Bateman. La sceneggiatura, firmata dalla regista Mary Harron e da Guinevere Turner, fa un lavoro magistrale nel sfruttare molte delle parti più divertenti del brillante romanzo di Bret Easton Ellis, eliminando quelle troppo estreme per il pubblico.

      Se leggi questa lista, potresti anche apprezzare la nostra Storia Orale di American Psycho. E siamo molto interessati alla prossima adattazione di Luca Guadagnino del romanzo di Ellis, anche se non riusciamo a immaginare come qualcuno possa migliorare la versione di Harron.

      6 – Zodiac (2007)

      Paramount – Crediti: C/O

      Zodiac di David Fincher, che preferiamo a Seven, è quasi l’opposto di una tipica storia di serial killer: i crimini non vengono mai risolti. Nessuno riceve una catarsi. Il killer non distrugge soltanto le vite delle sue vittime dirette.

      Il film cattura il pessimismo e la malinconia della Bay Area come nessun altro, mentre un piccolo gruppo di uomini, disperati di trovare uno dei killer più elusive di sempre, dedicano le loro vite a svelarne i crimini.

      Curiosamente, un podcast di Bret Easton Ellis ha offerto alcune ipotesi su chi potrebbe essere stato lo Zodiac.

      5 – Summer of Sam

      Buena Vista Pictures – Crediti: C/O

      Il film di Spike Lee sui delitti di Son of Sam è a malapena sul tema dei delitti di Son of Sam — anche se presenta un momento davvero inquietante in cui il serial killer David Berkowitz riceve ordini di omicidio da un cane parlante.

      Quello che Summer of Sam racconta davvero è come la paura muta vicini, amici e amori l’uno contro l’altro.

      È una storia profondamente newyorkese che nessuno potrebbe raccontare meglio di Spike Lee. Sembra una versione più infuocata, appassionata e “orientale” del freddo Zodiac, e una versione americanizzata di un classico tedesco che arriverà subito dopo il prossimo film sui serial killer nella nostra lista.

      4 – Manhunter (1986)

      De Laurentiis Entertainment Group – Crediti: C/O

      Il primo film a includere il dottor Hannibal Lecter — magistralmente interpretato da un Brian Cox pre-Succession — Manhunter ha un’impostazione semplice e geniale: l’FBI profiler Will Graham può risolvere i omicidi solo mettendosi nei panni dell’assassino.

      Può sembrare vecchia questa idea oggi, ma è solo perché molte pellicole e serie TV hanno plagiato Manhunter e il romanzo di Thomas Harris su cui si basa, Red Dragon.

      Diretto da Michael Mann nei suo anni di massimo splendore con Miami Vice, Manhunter è un film magnifico perché è sia un concentrato di anni ’80 sia senza tempo. Ritrae perfettamente un momento nel tempo, ma quell’epoca è invecchiata in modo impressionante: il film combina realismo e stile anni ’80 in modo consapevole e irresistibile.

      3 – M (1931)

      Peter Lorre in M. Vereinigte Star-Film GmbH – Crediti: C/O

      Parlando di invecchiare bene: il thriller tedesco di Fritz Lang ottiene molti punti per aver praticamente inventato il film sul serial killer. Ma quasi 100 anni dopo la sua uscita, è anche stranamente e inquietantemente terrificante in modo che pochi film sui serial killer riescono a essere.

      L’atmosferico bianco e nero e il tempo impiegato per mostrarci la routine dell’assassino — incluso l’evocazione del “In the Hall of the Mountain King” con un fischio — danno a M un senso di verosimiglianza che pochi film possiedono.

      E le innovative inquadrature in movimento di Lang hanno ispirato quasi quanti film, quanto la sceneggiatura scritta insieme alla moglie Thea von Harbou. Quello che il film fa più impressionantemente non è nemmeno raccontare una storia di serial killer: affronta come sospetto e paura attorno agli omicidi facciano precipitare una comunità nel capro espiatorio e nella disumanizzazione, due elementi che presto sarebbero diventati parte tragica e orribile della storia tedesca.

      2 – Psycho (1960)

      Paramount – Crediti: C/O

      Il film di Alfred Hitchcock sul serial killer è ricco di colpi di scena, a partire dalla morte nella doccia dell’apparente protagonista (Janet Leigh) e culmina nella scioccante rivelazione dell’assassino. È un film quasi perfetto, con un solo difetto: una noiosa spiegazione finale sulle radici della depravazione di Norman Bates, e cosa significhi “pazzo”.

      Forse nel 1960 gli spettatori non sapevano, ma dopo Psycho sicuramente sì.

      Psycho contiene anche almeno uno — e forse due — dei più grandi colpi di scena nella storia del cinema.

      1 – Il silenzio delle colline (1991)

      Orion – Crediti: C/O

      Stiamo davvero mettendo Il silenzio degli innocenti sopra Psycho? Sì. È il film preferito di tutto il sottoscritto, in gran parte perché non è solo un film sui serial killer: parla di empatia e delle conseguenze disastrose della sua assenza.

      Basato sul sequel di Thomas Harris a Red Dragon, Il silenzio delle colline ha un approccio quasi opposto nella risoluzione dei crimini, anche se richiede tempo e riflessione per capirlo. Mentre Will Graham salva le persone vedendo il mondo attraverso gli occhi dell’assassino, Clarice Starling (Jodie Foster) le salva guardando attraverso gli occhi della vittima.

      Dopo dialoghi acuti e coinvolgenti con Hannibal Lecter (Anthony Hopkins) sui motivi di Buffalo Bill (Ted Levine), Clarice alla fine salva Catherine Martin (Brooke Smith) visitando la casa di una delle vittime precedenti di Bill — e trovando un indizio che molti uomini investigatori avevano trascurato.

      Lecter ha una conoscenza infinita ma poca empatia, mentre Clarice possiede un’ empatia inesauribile ma — all’inizio — poca conoscenza. Guadagna conoscenza velocemente, ma l’empatia vince sulla fine.

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