Recensione del film "Il matrimonio di mia madre" (2025)

Recensione del film "Il matrimonio di mia madre" (2025)

      Il matrimonio di mia madre, 2025.

      Diretto da Kristin Scott Thomas.

      Interpretato da Scarlett Johansson, Sienna Miller, Emily Beecham, Kristin Scott Thomas, Freida Pinto, Mark Stanley, Joshua McGuire, Samson Kayo, Thibault de Montalembert, Sindhu Vee, James Fleet, Roger Ashton-Griffiths, Ian Dunnett Jnr e Giulio Berruti.

      SINOSSI:

      Tre sorelle tornano a casa per il terzo matrimonio della madre vedova due volte. Ma madre e figlie sono costrette a rivivere il passato e affrontare il futuro, con l’aiuto di un gruppo colorato di invitati a sorpresa.

      Simile a partecipare a un matrimonio reale senza sapere chi siano l’85% degli invitati, My Mother’s Wedding di Kristin Scott Thomas, co-sceneggiatrice/regista/coprotagonista, è pieno di personaggi che, in teoria, gli spettatori dovrebbero riuscire a connettere.

      Basato su aspetti della vita di Thomas (che, sfortunatamente, conferisce al film un odore sgradevole di vanità dannosa), il film (scritto insieme a John Micklethwait) utilizza il terzo matrimonio della sua sostituta, Diana, come mezzo non solo per riunire le sue tre figlie, la capitana della nave della Royal Navy Katherine (Scarlett Johansson), l’attrice semi-famosa di Hollywood Victoria (Sienna Miller) e Georgina (Emily Beecham), la più normale delle tre, che lavora come infermiera e torna a casa dalla famiglia, ma anche come opportunità per far riemergere ferite aperte, nuove e vecchie, che derivano dalla loro infanzia e dal presente. A sua volta, tutto ciò rischia di rovinare il matrimonio di campagna e di essere un atto di mancanza di rispetto nei confronti del terzo marito, Geoff (James Fleet), un monotono birdwatcher che non può essere paragonato ai loro altri padri, morti tragicamente in guerra.

      Gli spettatori vengono catapultati nel matrimonio con praticamente nessuna introduzione o costruzione dei personaggi. Anzi, anche l’introduzione al film è un montaggio di 60 secondi (e, per essere generosi), con testo sullo schermo che mostra ciascuna delle tre sorelle per dirti chi sono e cosa fanno, senza mai consentire di conoscerle prima di partire per il matrimonio. La situazione peggiora ulteriormente, introducendo più personaggi, dalle vecchie fiamme a figli e altri amici e parenti, creando un caos di interazioni che non vengono abbastanza sviluppate per risultare interessanti o coinvolgenti, considerando che il 90% del film sembra un compito scolastico per ricordare chi sono, i loro dilemmi e le dinamiche.

      Oltre ai problemi con la madre, ciascuna delle tre sorelle ha i propri drammi, ma il film non ha mai spazio per approfondirli, perché, come si può facilmente intuire, ci sono così tante cose che succedono. Katherine ha problemi di impegno verso il suo partner, Jack (Frieda Pinto), che Diana contesta come avendo il diritto al matrimonio omosessuale, ma senza approfittarne, come se la lotta per i diritti uguali fosse inutile. Victoria è frustrata dal fatto che nessun uomo buono vuole parlare con un’attrice famosa. Nel frattempo, Georgina ha ingaggiato un investigatore per scoprire se il marito, con cui sospetta tradimenti, le sia fedele. Tutte queste sorelle hanno figli e rapporti di diversa intensità tra loro.

      Ci sono anche brevi flashback in bianco e nero a ricordi dell’infanzia di Katherine, che mostrano frequentemente stati di conflitto e tristezza, sia per aver perso un padre sia per il secondo marito della madre che le chiede se sarebbe andata bene a cambiare cognome. Quella scena diventa anche fonte di dramma acceso quando Victoria ne viene finalmente a conoscenza. Almeno, le scene su Georgina e suo marito potenzialmente infedele provocano qualche risata e saranno sicuramente il tratto più riconoscibile per chi guarda. Il resto è superficiale e si basa troppo sul fatto che gli spettatori si preoccupino eccessivamente dei personaggi, di cui non hanno motivo di interessarsi, o siano inspiegabilmente coinvolti nel passato di Kristin Scott Thomas.

      Sarebbe anche ingiusto dire che My Mother’s Wedding sia un disastro; il cast cerca di trovare qualcosa di reale nei personaggi e nel rapporto tra sorelle, ma è quasi impossibile, considerando che si cerca di inserire diverse storie in 90 minuti. Le interpretazioni, seppur adeguate, non riescono a compensare questa difficoltà. Certo, l’ambiente rurale è piacevole, ma ciò non impedisce che si tratti di un matrimonio da cui non si vede l’ora di scappare. E, anche così, il film si prolunga inutilmente per altri 15 minuti. Un titolo più appropriato sarebbe "Il fallimento d’esordio di Kristin Scott Thomas".

      Voto Flickering Myth – Film: ★ ★ / Pellicola: ★ ★

      Robert Kojder

Recensione del film "Il matrimonio di mia madre" (2025) Recensione del film "Il matrimonio di mia madre" (2025) Recensione del film "Il matrimonio di mia madre" (2025) Recensione del film "Il matrimonio di mia madre" (2025)

Altri articoli

Recensione del film "Il matrimonio di mia madre" (2025)

Il matrimonio di mia madre, 2025. Diretto da Kristin Scott Thomas. Con Scarlett Johansson, Sienna Miller, Emily Beecham, Kristin Scott Thomas, Freida Pinto, Mark Stanley, Joshua McGuire, Samson Kayo, Thibault de Montalembert, Sindhu Vee, James Fleet, Roger Ashton-Griffiths, Ian Dunnett Jnr e Giulio Berruti. SINOSSI: Tre sorelle tornano a casa per il terzo matrimonio della loro […]