
Recensione da Telluride: This Is Not a Drill offre un ritratto incisivo degli attivisti climatici che continuano a lottare
Circa un’ora dopo l’inizio di This is Not a Drill, il nuovo documentario del regista Oren Jacoby, arriva un momento crudo e inquietante. Seduta accanto a sua figlia, l’attivista climatica della Louisiana Roishetta Ozane le chiede cosa pensa delle fabbriche di GNL (gas naturale liquefatto) vicino a casa loro. Sua figlia risponde: “Se non riuscite a fermare l’industria, quello sarà il motivo per cui il mondo finirà.” Per quanto spaventosa sia la risposta, è anche una risposta piena di speranza. Ozane lo riconosce nella sua reazione. Da un lato c’è la responsabilità apocalittica; dall’altro, c’è l’ottimismo che qualcuno come Roishetta Ozane possa impedire a una compagnia petrolifera di mettere fine al mondo così come lo conosciamo.
Jacoby suddivide il suo film breve ma diretto in tre narrazioni. Vediamo Ozane a Lake Charles, in Louisiana, che si impegna nella sua nuova comunità. Mentre cerca di organizzarsi contro le compagnie del gas, lei e i suoi vicini devono anche riprendersi dagli uragani recenti (sia l’uragano Laura sia Delta hanno colpito a poche settimane di distanza nel 2020) che hanno devastato la loro città. Gli uragani sono essi stessi il risultato del cambiamento climatico, causato in buona parte proprio da quelle stesse compagnie del gas.
A Boxtown, a Memphis, Justin J. Pearson (Memphis Community Against Pollution) e gli abitanti del quartiere si mobilitano per impedire a Plains All American Pipeline e Valero Energy di costruire un oleodotto per petrolio greggio attraverso la loro città. Tutto nasce dall’agente di Byhalia, Wyatt Price, che ha detto “we took a point of least resistance” quando gli è stato chiesto perché il progetto di oleodotto non sarebbe passato attraverso le comunità più agiate (e la via più diretta) ma invece attraverso i quartieri meno abbienti e a maggioranza nera, per esempio Boxtown. La risposta di Price, incredibilmente onesta e incredibilmente malvagia, ha acceso qualcosa in Pearson, che poi ha acceso qualcosa in altri.
Infine, a Dallas, Sharon Wilson, ex dipendente dell’industria del petrolio e del gas, collabora con giornalisti e attivisti locali per rintracciare tutte le prove possibili di pratiche pericolose di perforazione del petrolio, incluso il fracking.
This is Not a Drill dura appena 78 minuti prima dei titoli di coda. Va dritto al punto. Jacoby non è interessato a convincere nessuno che il cambiamento climatico sia reale; lo è, e stiamo vivendo le sue ripercussioni proprio in questo momento. Invece, questo documentario parla di coloro che continuano a lottare — individui e piccoli gruppi che perseverano contro corporazioni che hanno ogni possibile vantaggio.
Compaiono il fondatore di Protect Our Aquifer, Wade Archer, e l’ex vicepresidente Al Gore che lodano il lavoro fatto da Pearson e dal suo team a Memphis. Pearson è ora membro della Camera dei Rappresentanti del Tennessee. Incontriamo membri della comunità che tentano di ricostruire dopo le tempeste e altri che lottano per mantenere le loro terre minacciate dall’espropriazione per pubblica utilità. C’è un successo che conclude una storia, alcuni fallimenti nelle altre. La perseveranza rimane. Il testo finale, che contestualizza ogni progresso all’interno di questa nuova amministrazione, è inquietante. This is Not a Drill offre un promemoria ben realizzato che questo luogo merita ancora di essere difeso.
This is Not a Drill ha debuttato al Telluride Film Festival 2025.
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