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The Cut (2025) - Recensione del film
The Cut, 2025.
Regia di Sean Ellis.
Con Orlando Bloom, Caitríona Balfe, John Turturro, Eric D. Smith, Clare Dunne, Ed Kear, Oliver Trevena e Andonis Anthony.
TRAMA:
Un pugile ritirato torna sul ring per un'ultima chance al titolo, ma solo se riuscirà a rientrare nel peso. Rintanato in una stanza a Las Vegas, si imbarca in un programma intensivo e illegale di riduzione del peso con un allenatore senza scrupoli.
Dato che The Cut di Sean Ellis (da una sceneggiatura di Justin Bull e una storia di Mark Lane) racconta una storia pugilistica radicalmente diversa e più cupa, è deludente che non riesca neppure a sottrarsi a un cliché eccessivamente familiare. Sebbene il film si concentri su Orlando Bloom che interpreta un pugile ormai finito senza nome (accreditato come The Boxer) che per caso ottiene un'opportunità di ritorno per il titolo dei Superwelter (qualcosa che coinvolge un incontro tra celebrità che ha causato una morte, cosa stranamente mai più richiamata), non si tratta affatto di azione sul ring o di costruzione verso una sequenza culminante in cui quel match per il titolo viene mostrato sullo schermo.
Alcuni potrebbero storcere il naso nel sentire che si tratta più della preparazione per quel combattimento, e a ragione. Guardare questo personaggio allenarsi non è esattamente coinvolgente, per fortuna però non è tutto quello che il film offre. Piuttosto, The Cut si concentra su un'apparente impossibile perdita di 30 libbre che il Boxer dovrà ottenere per competere nel match per il titolo. È qualcosa che inizia con i metodi abituali e i clichè sportivi, finché non diventa evidente che si stanno facendo pochi progressi e che si tratta di un obiettivo da sciocchi.
Entra in scena Boz, l'allenatore psicopatico interpretato da John Turturro, convinto di poter aiutare il Boxer a raggiungere questo obiettivo, sostenendo che ciò di cui ha bisogno è qualcuno a cui non importi nulla del suo benessere, qualcuno che spinga il suo corpo al limite e che incorpori metodi pericolosi e in alcuni casi illegali per snellirlo. Fino al punto in cui questo allenamento intenso assume una piega preoccupante e sconsiderata per il benessere del Boxer, sua moglie Caitlin (Caitríona Balfe offre una prova solida in un ruolo poco sviluppato) è al suo fianco. Questo dà un'idea di quanto il percorso diventi estremamente punitivo, mentre Orlando Bloom offre un'interpretazione altrettanto intensa, avvincente per la sua faticosa fisicità e per la fotografia (a cura del direttore della fotografia Sean Ellis), che spesso cattura il corpo e le sue trasformazioni malsane in dettagli sudati e nauseanti.
Il punto in cui The Cut delude è quando scava nelle motivazioni del Boxer. Sì, è una storia piena di cliché su un'ultima possibilità di grandezza. Tuttavia ci sono anche flashback della sua infanzia che lo mostrano insieme alla madre in fuga da una zona di guerra. Con ogni flashback consecutivo viene rivelato gradualmente qualcosa in più sulla tragedia inevitabile, ma non ha mai un impatto emotivo significativo né amplia la caratterizzazione del Boxer. Sono soltanto giustificazioni narrative mezze cotte per spiegare perché si sta sottoponendo a una tortura così logorante (che include di tutto, dal costringersi a vomitare, clisteri, droghe, a un sviluppo violentemente scioccante al momento della pesata).
A salvare The Cut sono le sue interpretazioni incisive e il forte senso della regia, che attingono alla natura straziante del materiale con risultati inquietanti. In un punto c'è anche una svolta ipnotica verso un delirio da droghe. C'è un'incrollabile incuranza e una totale indifferenza per il benessere mentale e fisico del Boxer, incarnata in un'interpretazione glaciale di John Turturro, che fa solo aumentare il già scomodamente notevole lavoro che Orlando Bloom sta facendo. Il film è un passo avanti rispetto alla maggior parte delle proposte del sottogenere, ma manca il bersaglio nella sua raffica di colpi, mirando a qualcosa di unico.
Valutazione Flickering Myth – Film: ★★ / Movie: ★★★
Robert Kojder
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