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Pesce luna (e altre storie sul Lago Verde) — Recensione: l'esordio registico cattura una nostalgia agrodolce
Nota: Questa recensione è stata pubblicata originariamente come parte della nostra copertura del Sundance 2025. Sunfish (& Other Stories on Green Lake) esce nelle sale il 12 settembre.
Il film di Sierra Falconer, Sunfish (& Other Stories on Green Lake), cattura un sentimento agrodolce. Quella sensazione di fini e inizi che avvengono contemporaneamente. Per ottanta minuti assistiamo allo svolgersi di quattro racconti brevi dentro e intorno a Green Lake. Uno riguarda una bambina (Maren Heary) che impara a navigare dopo essere stata lasciata sulla soglia della casa al lago dei nonni dalla madre negligente. Un altro riguarda un ragazzino (Jim Kaplan) in un elegante campeggio estivo sull’altra sponda del lago. Subisce forti pressioni da parte della madre per ottenere il primo violino nell’orchestra del campo. Una lunga sequenza che lo mostra mentre si esercita è particolarmente tesa. La terza storia ha per protagonista una giovane madre oberata (Karsen Liotta) sedotta dall’avventura sotto forma di un affascinante e un po’ sbandato avventore del bar (Dominic Bogart) e da un pesce che capita una volta nella vita da catturare. Infine, c’è la bella storia di due sorelle (Tenley Kellogg ed Emily Hall) che gestiscono un bed and breakfast sul lago, la sorella maggiore che insegna alla più giovane ogni compito necessario fino al suo completamento prima di partire per il college.
Questo è un esordio alla regia notevole per Falconer. C’è una delicatezza in ogni inquadratura che trasmette una straordinaria sicurezza. Ci sono interpretazioni di supporto profondamente memorabili di Marceline Hugot e Adam LeFevre nei panni dei nonni nella prima storia (“Sunbird”), così come una performance comica memorabile del veterano Wayne Duvall nella terza. Piccoli momenti sottolineano temi più ampi per tutto il film. In una scena della quarta storia (“Resident Bird”), la sorella maggiore istruisce la minore: “Compra sempre prodotti biologici per gli ospiti provenienti da altri stati.” Nella terza (“Two-Hearted”), la nostra giovane madre dichiara con malinconia: “Questo lago è come un buco nero.” E poi c’è quella suddetta sequenza di prove di “Summer Camp”, il secondo corto. Tutti sembrano passaggi agrodolci di un racconto di Raymond Carver appena ritrovato.
Il direttore della fotografia Marcus Patterson cattura il lago come un luogo segreto e speciale, notevolmente aiutato dalla colonna sonora di struggente nostalgia di Brian Steckler. C’è una tessitura distintiva nelle vite e nei luoghi che visitiamo in questi interludi, tutti delicatamente connessi dal lago che li collega. La montatrice Chelsi Johnston merita molti elogi. Spesso film piccoli come questo vengono ignorati sul piano tecnico. C’è una fluidità nelle narrazioni, un’estetica complessiva e un montaggio che suggeriscono la necessità di raccontare queste quattro storie insieme, senza mai imporre a forza la loro connessione. Patterson fa anche un ottimo uso parsimonioso di riprese con drone, spesso abusate nel cinema moderno.
“Sunfish” e “Resident Bird” sono i più riusciti, quindi è un bene che aprano e chiudano il film. Detto questo, Liotta in “Two-Hearted” offre un’interpretazione che rimarrà impressa a lungo. Nel giro di pochi minuti capiamo chi sia questa persona ed empatizziamo con la sua situazione. E sebbene “Two-Hearted” non sia del tutto all’altezza della sua prova da protagonista, approfondisce molto la leggenda del lago eponimo.
Quando si parla del desiderio che ci siano più film su persone reali, Sunfish (& Other Stories on Green Lake) è esattamente quello di cui parliamo.
Sunfish (& Other Stories on Green Lake) ha debuttato al Sundance Film Festival 2025.
Voto: B+
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Nota: questa recensione è stata pubblicata originariamente come parte della nostra copertura del Sundance 2025. Sunfish (& Other Stories on Green Lake) esce nelle sale il 12 settembre. Sunfish (& Other Stories on Green Lake) della regista Sierra Falconer cattura una sensazione agrodolce. Quella sensazione di fini e inizi che avvengono contemporaneamente. Per ottanta minuti, noi