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In Vitro (2025) - Recensione del film
In Vitro, 2025.
Diretto da Will Howarth & Tom McKeith.
Con Will Howarth, Talia Zucker e Ashley Zukerman.
SINOSSI:
In una fattoria isolata nel prossimo futuro, gli allevatori di bovini Layla e Jack scoprono una presenza inquietante nella loro proprietà.
In Vitro è un inquietante film australiano che si concentra sulle nuove tecniche agricole e sulle conseguenze agghiaccianti che potrebbero derivare dal manipolare troppo la biologia. Concentrandosi anche sul senso claustrofobico di pericolo che si prova vivendo in una zona desolata del mondo senza solide reti comunitarie, la storia fonde un incubo ad alta tecnologia con il trauma delle relazioni.
Ambientato in quel classico “futuro prossimo” distopico, questo film di fantascienza/horror racconta la storia di Layla (Talia Zuker) e Jack (Ashley Zukerman), allevatori in difficoltà. Diverse crisi climatiche e un quadro economico in peggioramento li hanno spinti a cercare nuove opportunità. Quelle nuove opportunità, per lo più ricercate da Jack senza il pieno consenso o la conoscenza di Layla, implicano la tecnologia del clonaggio, per aumentare il loro bestiame e rendere la vita più facile in generale.
Almeno, questa è l’idea. Sappiamo che c’è qualcosa che non va tra la coppia, e il vero orrore al centro della sceneggiatura è come una relazione possa deteriorarsi in circostanze estreme. E le circostanze diventano certamente estreme circa a metà di questo film dal ritmo lento.
L’idea della tecnologia del clonaggio e delle sue possibili conseguenze negative è ben esplorata nel film. Interpretazioni solide di entrambi i protagonisti, Talia Zuker e Ashley Zukerman, ancorano potentemente la narrazione, contribuendo a offrire una visione cruda di un mondo che potrebbe essere dietro l’angolo. Le loro interpretazioni trasmettono efficacemente una paranoia crescente e le ambiguità morali in gioco nell’idea di clonare per profitto.
Resta da vedere se In Vitro avrà un impatto altrettanto profondo sugli spettatori non completamente solidali con le difficili condizioni degli allevatori rurali. Tuttavia, indipendentemente dalla propria posizione sull’uso della terra per il bestiame, lo spettro imminente della tecnologia del clonaggio diventerà senza dubbio una questione molto reale con cui la società dovrà confrontarsi nel prossimo futuro.
Il film cattura le profonde ansie che circondano questa frontiera scientifica, attingendo a paure universali riguardo a un progresso incontrollato e a una natura disturbata. Pur avendo un tono indiscutibilmente cupo e riflessivo, è punteggiato da alcuni momenti davvero spaventosi che riescono a scuotere lo spettatore dalla sua cupa meditazione. Il film si presenta come un racconto ammonitore, tempestivo e inquietante, che mette in guardia sul potenziale oscurità insita nelle ambizioni scientifiche e sulla fragile natura delle relazioni umane quando si è in isolamento e in condizioni estreme.
Valutazione di Flickering Myth – Film: ★ ★ ★ / Movie: ★ ★ ★
Robert W. Monk
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