Paul Schrader sulla prima giapponese, con 40 anni di ritardo, di Mishima: Una vita in quattro capitoli
Il Giappone non è certo noto per imporre limiti al cinema; si potrebbe sostenere che i giovani cinefili entrino in gran parte nel corpus incomprensibilmente denso del Paese attraverso le sue proposte più estreme. Sebbene sia più correttamente definito un progetto americano, quasi universalmente acclamato come un capolavoro e non particolarmente estremo nei contenuti — occupa un posto relativamente tranquillo nella filmografia dello stesso regista — Paul
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