Recensione del film – Keeper (2025)
Keeper, 2025.
Diretto da Osgood Perkins.
Con Tatiana Maslany, Rossif Sutherland, Birkett Turton, Eden Weiss, Logan Pierce, Claire Friesen, Christin Park, Tess Degenstein, Glen Gordon, Erin Boyes, Erin Tipple, Gina Vultaggio, Evelyn Burke e Ella Wejr.
SINOSSI:
Un viaggio romantico per l'anniversario in una baita isolata diventa sinistro quando una presenza oscura si rivela, costringendo una coppia a confrontarsi con il passato infestato della proprietà.
Keeper è certamente un ritorno alla forma per il regista horror Osgood Perkins, ma non necessariamente in termini di qualità. E sebbene non sia uno a tracciare parallelismi con film passati, in questo caso è difficile non farlo, considerando che a quanto pare la Neon tiene il regista sotto tiro, costringendolo a dirigere uno stile diverso di chiller ogni sei mesi. Ognuno è stato diverso dal precedente, il che è un risultato impressionante dato che, per esempio, Longlegs è già una mescolanza di molteplici tattiche di paura ed elementi di genere. A questo punto, il figlio di Anthony Perkins sembra semplicemente voler mettere alla prova la sua abilità tecnica come cineasta (ci sono diverse dissolvenze, riflessi, miraggi, fratture e altre scelte stilistiche di cinematografia, in collaborazione con il direttore della fotografia Jeremy Cox, che giocano sui temi dell'identità e dell'individualità).
Escludendo The Monkey (che chiaramente ha una connessione personale riguardo al dolore e al processo di pensiero intorno alla tragica perdita di entrambi i suoi genitori), questo significa anche che Osgood Perkins spesso sembra distante dalle storie che racconta (la sceneggiatura qui è di Nick Lepard). O forse questo è semplicemente il suo essere, come narratore, naturalmente freddo. Qualunque sia il caso, alcuni di questi film cominciano a sembrare affrettati, come se Osgood Perkins li stesse sfornando per elevare ed espandere la sua maestria formale e tecnica. Le immagini sono suggestive e l'atmosfera è inquietantemente minacciosa come sempre, ma a ciò che servono (un pezzo da camera poco sviluppato sui rapporti e sulla perdita di un senso di sé all'interno di tale dinamica) suona piatto.
Malcolm (Rossif Sutherland) ha portato la sua fidanzata, Liz (Tatiana Maslany, sensazionale nel suscitare paura), nella sua remota baita di famiglia nei boschi. Questo sorprende la sua amica di lunga data, poiché Liz è una donna di città non fatta per la campagna, il che potrebbe anche essere il primo segnale che in questa relazione si incrina e perde una parte di sé. Peggio ancora, Malcolm non sembra troppo interessato a soddisfare Liz, che immagina di avere una famiglia un giorno e si getta su di lui sessualmente (se ciò sia o meno stato un discorso ricorrente nella relazione, e perché stiano insieme se qui hanno desideri diversi, è difficile dirlo, ma è necessario per la storia).
Sebbene Malcolm assicuri a Liz che la zona è per lo più disabitata e senza altra compagnia, si scopre che c'è un misterioso custode della proprietà che ha preparato e lasciato una torta. Inoltre, il cugino superficiale ed egocentrico di Malcolm, Darren (Birkett Turton), vive dall'altra parte della strada con la sua ultima fiamma esotica che non parla inglese (Eden Weiss), la quale chiaramente in realtà non lo ama e sta sfruttando la situazione a suo vantaggio. Dopo una cena imbarazzante insieme e con la notte che cala, Liz si chiede se parte dell'inconsistenza del cugino di Malcolm non sia anche in lui, e se la sua gentilezza non sia tutta una facciata.
La mattina dopo, la situazione si fa più strana: Malcolm, che è un medico, annuncia nervosamente a Liz che deve tornare temporaneamente in città per controllare un paziente morente la cui famiglia è in preda all'isteria. Non solo c'è qualcosa che non va in questo fidanzato, ma c'è qualcosa di inquietantemente sinistro in questa baita; si odono deboli gemiti strani e doloranti provenire dalle pareti quando tutto è silenzioso, si trova un medaglione in un ruscello vicino (il prologo accenna che qualunque cosa stia succedendo qui risalga al passato del terreno), e Liz comincia a vedere varie figure (una donna con un sacco sulla testa) e altre entità sovrannaturali (che rappresentano il suo punto di rottura e la spingono a voler tornare a casa). Vale anche la pena menzionare che questi bizzarri avvenimenti iniziano dopo che ci si è lasciati tentare da una fetta della già citata torta al cioccolato, che nasconde un sinistro segreto.
Tenete presente che, sebbene alcuni cineasti abbiano descritto Keeper come «simile a un film surreale di David Lynch», ci sono risposte esplicite su ciò che sta accadendo, raccontate direttamente con dettagli espositivi. Quella rivelazione è in parte fiacca, familiare e smorzante; si percepisce che la prestazione altrimenti straordinaria di Tatiana Maslany perde efficacia con i colpi di scena che suscitano indifferenza. Va detto che Osgood Perkins riconquista il controllo per un finale darkamente divertente, ma comunque incapace di trasformare l'intera narrazione in un'esperienza ricca e gratificante. In altre parole, non è un film da conservare, anche se Osgood Perkins resta un artigiano coinvolgente che sa creare un'atmosfera ipnotica e inquietante.
Valutazione di Flickering Myth – Film: ★ ★ / Movie: ★ ★ ★
Robert Kojder
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