Recensione 4K Ultra HD – Gli uomini della foresta di Sherwood (1954)
The Men of Sherwood Forest, 1954.
Regia di Val Guest.
Con Don Taylor, Reginald Beckwith, Eileen Moore, Ballard Berkeley, Patrick Holt, John Van Eyssen, Harold Lang, Bernard Bresslaw e Leslie Linder.
SINTESI:
Il leggendario fuorilegge Robin Hood viene incaricato di salvare il re Riccardo dalla cattura, ma finisce per essere catturato a sua volta.
Nel 1954 la Hammer produsse il suo primo lungometraggio a colori, che fu proprio The Men of Sherwood Forest, l’interpretazione da parte dello studio della vecchia leggenda inglese del fuorilegge che rubava ai ricchi per dare ai poveri. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, gli studi di produzione si innamorarono della storia e furono realizzati diversi film su Robin Hood, probabilmente per rallegrare il pubblico e offrire un senso di avventura che gli spettatori potessero godersi comodamente dalla poltrona di un cinema; ma il tempismo è cruciale nell’industria dell’intrattenimento, e sebbene questa prima incursione nel colore fosse senza dubbio emozionante all’epoca, forse Robin Hood non era il film giusto per promuovere questa novità.
Perché il senno di poi è una cosa meravigliosa, oggi possiamo guardare indietro e vedere che le storie di Robin Hood decollarono davvero con la serie TV del 1955 The Adventures of Robin Hood, con Richard Greene nel ruolo del titolo. Gran parte di quel successo si può attribuire al fatto che la televisione nelle case della gente era una novità e non era più necessario uscire per procurarsi la dose di fantasia e avventura, ma ogni pochi anni qualcuno ci riprovava a riportare in vita la leggenda. La Hammer stessa lo fece di nuovo nel 1960 con Sword of Sherwood Forest, sempre con Richard Greene, e è proprio l’associazione di quell’attore con il ruolo che fa sì che questo tentativo precedente venga spesso trascurato.
Ma nonostante non abbia la forza di richiamo della serie e del film con Richard Greene, The Men of Sherwood Forest ha una propria energia che lo rende una prova solida, seppur poco memorabile, nella saga di Robin Hood. L’attore australiano passato alla regia Don Taylor — che in seguito diresse Damien: Omen II ed Escape from the Planet of the Apes — interpreta Robin Hood, o per essere più precisi, emula Errol Flynn nel ruolo di Robin Hood: qui c’è così tanto cappa e spada che quasi sembra un film di pirati, ma ciò non è un difetto per Taylor, che lo fa molto bene e aggiunge la giocosità necessaria a quella che altrimenti sarebbe potuta essere una storia molto noiosa.
Sebbene sia piuttosto povero di dettagli, il nocciolo è che il re Riccardo è stato catturato in Germania ma è riuscito a far arrivare di nascosto i piani del suo ritorno tramite un piccolo giocattolo di legno. A Robin viene chiesto di salvare il re, così lui e Frate Tuck (Reginald Beckwith) vanno sotto copertura ma vengono traditi, finendo prigionieri a loro volta, il che significa che ora sono necessarie due missioni di salvataggio.
Non è una trama da analizzare troppo a fondo — questioni come il perché un re scriverebbe dove intende riapparire dopo essersi allontanato e poi nascondere i dettagli sono poco convincenti —: è meglio accettare l’idea che Robin e Tuck debbano essere salvati per poter salvare il re Riccardo. E chi li salverà? I Merry Men, naturalmente; solo che questo film non presta loro molta attenzione, con solo Frate Tuck che ottiene più di un paio di minuti di tempo sullo schermo (e Reginald Beckwith sfrutta la parte al massimo, regalando un’interpretazione molto gioviale). Il volto noto della Hammer John Van Eyssen appare brevemente come Will Scarlett e Leslie Linder interpreta Little John per circa un minuto in più, e non c’è nemmeno Maid Marion qui, anche se abbiamo la bella Eileen Moore nei panni di Lady Alys, una nobildonna che aiuta nella fuga di Robin, quindi è il personaggio più vicino a una figura femminile centrale. Notevole per la sua assenza è anche il vecchio nemico di Robin Hood, lo sceriffo di Nottingham, che qui ha praticamente una parte di passaggio, con ancora meno tempo sullo schermo di Will Scarlett — forse sarebbe stato più presente in un eventuale sequel?
Ma quel sequel non è mai arrivato, nonostante il film avesse avuto un discreto successo all’epoca. Tuttavia la televisione era all’orizzonte e, nonostante questo fosse notevole per essere il primo film a colori della Hammer, i successivi film dello studio non lo furono, e così lo slancio sembrò affievolirsi, il che è un peccato perché The Men of Sherwood Forest è una divertente scorribanda, sebbene oggi dia la sensazione di essere un episodio lungo di una serie TV; cosa che però si può imputare a settant’anni di prospettiva retrospettiva.
Per questa edizione la Hammer ha inserito alcuni extra ghiotti, il più notevole dei quali è Wolfshead, il pilot di una serie TV del 1970 che non si è mai realizzata. Dura poco meno di un’ora e ha David Warbeck nel ruolo di Robin Hood: la Hammer acquistò il pilota mai trasmesso per proiettarlo come secondo film nelle sale negli anni ’70 ed è una bestia molto diversa da The Men of Sherwood Forest, con l’interpretazione di Warbeck molto più asciutta e meno frivola rispetto a quella di Don Taylor. Non è imprescindibile, ma è piacevole averlo come extra, anche solo per vedere quale fosse la direzione intellettuale della Hammer con il cambiare dei decenni.
Ci sono anche featurette che trattano l’avventura della Hammer nel cinema a colori, la colonna sonora memorabile e Swashbuckler, un piccolo documentario leggero su come Robin Hood è stato interpretato dalla Hammer e oltre, con contributi del critico e scrittore Allan Bryce e di Barry Forshaw. Come sempre, la Hammer ha confezionato il tutto con cura, con un libretto contenente nuovi articoli e riproduzioni di poster d’epoca, il tutto racchiuso in un elegante cofanetto rigido.
Quindi, se state collezionando questi cofanetti 4K UHD della Hammer, senza dubbio questo sarà già nel vostro radar, ed è un altro ottimo esempio in termini di confezione complessiva. Come film, tuttavia, The Men of Sherwood Forest può essere molto divertente, pieno di arditezze, fascino e di una vivace tavolozza cromatica per mettere in mostra la nuova (per loro) tecnologia della Hammer; ma a meno che non siate fanatici di Robin Hood, non offre molta rigiocabilità: i suoi punti di forza appaiono più come curiosità per i non iniziati che come una direzione sicura da intraprendere per lo studio.
Valutazione Flickering Myth – Film: ★ ★ / Movie: ★ ★ ★
Chris Ward
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