Recensione 4K Ultra HD – L'orrore di Frankenstein (1970)

Recensione 4K Ultra HD – L'orrore di Frankenstein (1970)

      L’orrore di Frankenstein, 1970.

      Diretto da Jimmy Sangster.

      Con Ralph Bates, Kate O’Mara, Veronica Carlson, David Prowse, Dennis Price, Jon Finch, Graham James.

      SINTESI:

      Lo spocchioso scienziato Victor Frankenstein crea un uomo assemblando parti di corpi di scarto, e la creatura semina il caos una volta riportata in vita.

      Originariamente distribuito in una doppia programmazione con Scars of Dracula nel 1970, L’orrore di Frankenstein vede la Hammer in un territorio poco familiare poiché il film è essenzialmente un remake del loro stesso The Curse of Frankenstein del 1957 – entrambi i film sono scritti da Jimmy Sangster – ma è anche un tentativo di reboot della loro serie su Frankenstein, sebbene un reboot privo della loro stella consolidata Peter Cushing nel ruolo principale.

      Il ruolo di Victor Frankenstein qui è interpretato da Ralph Bates, che la Hammer aveva provato a sostituire a Christopher Lee in Taste the Blood of Dracula all’inizio dello stesso anno, finché gli investitori americani non insistettero perché Lee riprendesse il ruolo per garantire il pubblico in sala, per così dire. Bates finì per avere un ruolo più piccolo in quel film, il che probabilmente fu meglio: attore valido com’era, non aveva la presenza imponente di Christopher Lee sullo schermo.

      Tuttavia, quando la Hammer realizzò il successivo film su Frankenstein non c’erano investitori americani, il che significò due cose – a) la Hammer poteva scegliere chi voleva senza “consigli” da parti esterne, e b) non c’era tanto denaro in gioco come prima, perciò Bates risultava un’opzione più economica di Peter Cushing. Esplicativo è il commento audio allegato, in cui lo sceneggiatore/produttore/regista Jimmy Sangster afferma che a Cushing non fu mai chiesto di partecipare a questo film, sebbene sarebbe tornato per il seguente, Frankenstein and the Monster From Hell del 1974, quindi giudicate voi.

      Così, in L’orrore di Frankenstein Jimmy Sangster elimina l’infanzia di Victor Frankenstein e lo incontriamo per la prima volta già studente. Frankenstein è uno scienziato brillante ma arrogante e donnaiolo – come lo era anche il Victor di Cushing – ma qui scopriamo un lato più psicotico del Barone, mentre manomette il fucile che uccide suo padre, in modo da ereditare la fortuna dei Frankenstein, compresa la camerliera/amante del padre Alys (Kate O’Mara).

      Tornato dalla scuola di medicina a Vienna, Victor si mette al lavoro per creare il suo esperimento definitivo dopo aver ucciso e riportato in vita una tartaruga. Dopo aver sottratto in modo non etico diversi cadaveri per raccogliere parti, comincia a costruire un uomo ma, mano a mano che il suo comportamento si fa più folle, il suo assistente Wilhelm (Graham James) nutre dei dubbi e minaccia di informare le autorità a meno che Victor non fermi ciò che sta facendo. In The Curse of Frankenstein quella minaccia aveva un peso fino a quando l’assistente di quel film, Paul Krempe, non si tirò fuori da tutta la faccenda, ma qui le cose prendono una piega più scioccante.

      Frankenstein continua a costruire la sua creatura (interpretata dal culturista David Prowse), le dà la vita e poi la usa per obbedire ai suoi ordini, che prevedono l’uccisione di chiunque sia a conoscenza di ciò che ha fatto. Questo è in effetti ciò che costituisce l’atto finale del film, e bisogna aspettare poco più di un’ora per la rivelazione completa del Mostro (così è accreditato), il che ci dà praticamente un’ora di preparazione durante la quale guardiamo Ralph Bates fare del suo meglio per dare vita all’umorismo nero di Jimmy Sangster, cosa che fa con discreto successo.

      Probabilmente più noto come attore comico grazie alla sit-com degli anni ’80 Dear John…, Ralph Bates interpreta Victor con una vena di minaccia oscura, usando espressioni facciali e gesti molto sottili per trasmettere il tono da villain da pantomima che Sangster cercava. Mentre Peter Cushing era elegante quando necessario e la sua interpretazione del personaggio era più motivata, convinto di fare il bene ultimo e che il fine giustificasse i mezzi, il Victor di Bates è meno orientato al fine ultimo e più a quale caos può causare con i suoi talenti, alimentando il suo complesso da Dio. Entrambi gli attori interpretano Victor in modo per lo più calmo e calcolatore, ma a Bates manca l’autorità stoica di Cushing, dando al suo Victor una personalità più rozza.

      Per quanto valido sia Ralph Bates, la sceneggiatura che gli è stata data non regge il paragone con qualsiasi altro film su Frankenstein prodotto dalla Hammer e il tono altalenante – oscillante dall’umorismo nero alla quasi commedia slapstick – è difficile da digerire. Probabilmente non aiuta che il Mostro sia, quanto a coerenza, tanto instabile quanto il tono del film: con una testa allungata cucita insieme nello stile classico di Frankenstein che probabilmente si avvicinava il più possibile al celebre make-up di Boris Karloff degli anni ’30, ma lo sguardo spalancato e il torso scolpito di David Prowse non appaiono molto da cadavere. In effetti furono gli occhi privi di vita e le guance infossate di Boris Karloff a dare carattere al trucco di Jack Pierce, mentre qui il Mostro appare esattamente per quello che è: un bodybuilder sano in una testa di gomma.

      Per questa edizione StudioCanal ha confezionato il film in una slipcase rigida con nuova grafica accattivante, due poster e un opuscolo da collezione contenente saggi sul film. Il disco presenta gli stessi extra d’archivio della precedente uscita Blu-ray di StudioCanal, più un nuovo featurette con la critica cinematografica Clarisse Loughrey e l’attrice Isaura Barbé-Brown in conversazione sul film. Il passaggio al 4K UHD è un miglioramento evidente, soprattutto nelle riprese esterne, ma non ci sono molti dettagli splatter su cui concentrarsi come in altri Frankenstein della Hammer, e la gamma cromatica nel complesso non è particolarmente dinamica.

      Tuttavia, come per Scars of Dracula, i tempi che cambiavano fecero sì che i mostri classici della Hammer non avessero più la stessa aura di terrore che avevano pochi anni prima, e L’orrore di Frankenstein va visto meglio come un esperimento fallito. Mentre Scars of Dracula poteva ancora contare su Christopher Lee per ancorarlo, a questo film manca la presenza di peso sua e/o di Peter Cushing, e nonostante Ralph Bates porti un po’ di energia giovanile alla Hammer, questo non era il film in cui potesse brillare. Continuò comunque a recitare in altri film Hammer, il suo ruolo più noto da protagonista essendo quello in Dr. Jekyll and Sister Hyde del 1971, e libero dall’onere di dover sostituire un attore affermato – e avendo una sceneggiatura migliore con cui lavorare – si assicurò un posto nel cast di grandi talenti britannici della Hammer. Così com’è, L’orrore di Frankenstein è perfettamente discreto, ma impallidisce all’ombra di tutti gli altri film su Frankenstein prodotti dalla Hammer, risultando l’episodio più debole della serie.

      Flickering Myth Rating – Film: ★ ★ / Movie: ★ ★ ★

      Chris Ward

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