Recensione del film – Blue Moon (2025)
Blue Moon, 2025.
Regia di Richard Linklater.
Con Ethan Hawke, Andrew Scott, Bobby Cannavale e Margaret Qualley.
SINOSSI:
Racconta la storia delle lotte di Lorenz Hart con l’alcolismo e la salute mentale mentre cerca di mantenere le apparenze durante la prima di “Oklahoma!”.
Rodgers e Hart furono una delle principali coppie di autori del Great American Songbook per oltre 20 anni. Insieme scrissero successi come “The Lady Is a Tramp”, “Manhattan”, “My Funny Valentine” e “Blue Moon”. Le loro canzoni restano dei classici ancora oggi, ma forse la loro storia non è così nota come dovrebbe essere. Richard Linklater si concentra ora sulla parte finale della vita di Lorenz Hart, seguendolo nel corso di una serata. La serata in questione è proprio quella della prima di Oklahoma!, l’inizio di quella che sarebbe diventata una leggendaria collaborazione tra Rodgers e Oscar Hammerstein, un paroliere rivale.
Il collaboratore di lunga data di Linklater, Ethan Hawke, è a tratti irriconoscibile nei panni di Larry, alto cinque piedi. Lo troviamo intento a intrattenere chiunque al bancone di un bar a Manhattan, dove più tardi si terrà una festa per celebrare il successo della prima dello spettacolo. I primi venti minuti sono pieni di dialoghi vivaci e umoristici di Hart mentre ricorda il declino della sua collaborazione con Rodgers (Andrew Scott) e il suo amore non corrisposto per Elizabeth (Margaret Qualley).
Gran parte del film segue Larry mentre beve e chiacchiera con il barista Eddie, ma invece di risultare stucchevole, nelle loro interazioni c’è molta energia e tristezza. Questo è un uomo al culmine della sua professione, tuttavia uno che non ha mai raggiunto la felicità che le sue canzoni hanno regalato agli altri. Hawke cammina su una linea sottile tra l’esilarante e lo straziante, spesso nella stessa scena.
Andrew Scott ha vinto il premio come miglior attore non protagonista a Berlino, e sebbene il suo ruolo sia molto più ridotto di quello di Hawke, le loro scene insieme sono esplosive, e Rodgers si aggira sullo sfondo come una presenza spettrale. Desidera un rapporto di lavoro più stabile, ora che ha una famiglia; prima era invece distratto dal caos che seguiva Larry come un cane senza guinzaglio. La coppia è magnetica insieme, il pubblico riesce pienamente a credere al loro rapporto di lavoro durato anni, ora profondamente teso a causa dell’eccessivo bere di Hart e di altri vizi.
Il confinare in gran parte la storia in un unico luogo le conferisce una struttura teatrale che funzionerà meglio per alcuni che per altri, ma si adatta al soggetto e a tratti sembra potuto essere tratto da una produzione scenica di metà secolo. La maggior parte della musica è tratta dal repertorio di Rodgers e Hart, con un pianoforte leggero che fa da serenata al bar e alle sue anime perdute.
Blue Moon dimostra ancora una volta quanto siano affiatati Linklater ed Ethan Hawke; radicalmente diverso, per esempio, dai loro lavori nella trilogia Before o in Boyhood, ma comunque impressionante. È una prova titanica di Hawke e una che potrebbe benissimo ritrovarsi al centro delle conversazioni sui premi. Anche chi conosce poco il teatro musicale degli anni ’40 rimarrà incantato dall’approccio umano e triste di Linklater sugli ultimi giorni di Lorenz Hart. È uno dei suoi migliori film e ne fa pienamente giustizia.
Voto Flickering Myth – Film: ★ ★ ★ ★ / Movie: ★ ★ ★ ★
Chris Connor
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