Recensione del film – Hamnet (2025)
Hamnet, 2025.
Scritto e diretto da Chloe Zhao.
Diretto da Chloe Zhao. Con Jessie Buckley, Paul Mescal, Emily Watson e Joe Alwyn.
SINOSSI:
La potente storia d'amore e di perdita che ha ispirato la creazione del capolavoro senza tempo di Shakespeare, Amleto.
In Hamnet, la scrittrice e regista Chloe Zhao (adattando il romanzo di Maggie O’Farrell del 2020) porta il suo tocco gentile e di talento a una storia sull'ispirazione dell'illustre Amleto di William Shakespeare (un testo d'apertura ci dice che i nomi sono intercambiabili tra loro, cosa che viene chiarita man mano che gli eventi si svolgono), un'opera emotivamente estenuante che, francamente, va molto più in profondità di quella descrizione semplificata. Ciò non significa che non sia un film semplice; lo è, e in modo ingannevole. Tuttavia, la depressione che attraversa Agnes Shakespeare (Jessie Buckley) e suo marito William (Paul Mescal) dopo una tragedia incomprensibile — e il modo in cui la affrontano — è molto più complessa.
Il film funge anche da introduzione a William Shakespeare stesso, integrando in modo organico diversi dettagli sulla sua vita e sulla sua corte verso Agnes (nonostante una rilettura mozzafiato della tragedia greca di Orfeo ed Euridice narrata da William ad Agnes, questo aspetto è leggermente frettoloso, anche se si percepisce ogni briciolo dell'amore che provano l'uno per l'altra; quella tragedia così avvincente mette le premesse di quanto peso emozionale avrà il resto del film), la famiglia che formano e la vita quotidiana che richiama dettagli famosi delle sue opere, da Amleto (ovviamente) a Romeo e Giulietta, Macbeth e altre. Non mette mai in evidenza se stessa in modo che sembri fan service in senso stretto, ma presenta piuttosto uno sguardo naturale su una tragedia che, si può sostenere, ha plasmato uno dei più grandi corpus letterari di tutti i tempi.
Non sorprende che William Shakespeare, che già viaggiava spesso dalla campagna inglese a Londra per progredire continuamente nel suo teatro, abbia raddoppiato il suo impegno nel lavoro e nella scrittura come risposta a una simile tragedia. Da vero scrittore, lavorare su Amleto significò praticamente allontanarsi da Agnes e dalla loro famiglia come pesante meccanismo di difesa, che diventa il fulcro di un terzo atto dolorosamente bello che prende qualsiasi lacrima che gli spettatori hanno trattenuto (se non stanno già piangendo) e fornisce un mezzo per lasciarle uscire, trovando una sorta di catarsi.
Hamnet è tanto la storia di Agnes quanto quella di William, però, con Jessie Buckley che offre una vera e propria interpretazione da tour de force di romanticismo lirico, visioni segnate dal destino e un dolore inimmaginabile reso insopportabilmente intenso. Anche il termine «forza» potrebbe essere preso alla lettera: quando Agnes corre nella foresta (un luogo speciale per lei, dato che la sua famiglia, da generazioni, è esperta di piante e frutti) per dare alla luce un figlio, emette un urlo primordiale che sembra in sintonia con la terra e il vento che la circondano.
Dato che Chloe Zhao, insieme al direttore della fotografia Łukasz Żal, evoca ogni immagine come se fosse un dipinto vivo e respirante con tecniche di messa in scena impeccabili, qui c'è una potenza inconfutabile. Gran parte dell'interpretazione di Jessie Buckley passa anche attraverso l'espressione di quel dolore con primi piani, mentre cerca di comprendere come e perché William possa essere diventato così distante da lei in un periodo tanto buio della loro vita.
Le prove attoriali di grande impatto non si limitano a Jessie Buckley e Paul Mescal: anche i figli degli Shakespeare tirano le corde del cuore con una crudezza e una disperazione nel tentativo di salvarsi a vicenda, in particolare le scene con Jacobi Jupe (lo stesso Hamnet) e Olivia Lynes (Judith). Se Shakespeare è forse il più famoso per aver scritto storie su amori contrari al destino e mai destinati a realizzarsi, la sua vita familiare fu in modo analogo segnata dal destino nel senso che una felicità completa non era prevista.
Hamnet (e Amleto, come poi diventerà) si rivela un mezzo terapeutico per iniziare il processo di guarigione, completo di una lunga rievocazione di un episodio che potrebbe assumere un nuovo significato per chi non è familiare con la vita di William Shakespeare. Non è necessario essere esperti in materia; persino Agnes dice ad alta voce che non capisce di che diamine tratta quest'opera o cosa stiano effettivamente dicendo. Tuttavia, in pochi minuti lo si comprende, e le dighe delle lacrime cedono. Questo è un lavoro devastante, quasi magistrale, che dona una profondità profonda alla famiglia Shakespeare e alle famose opere letterarie.
Valutazione Flickering Myth – Film: ★ ★ ★ ★ / Movie: ★ ★ ★ ★ ★
Robert Kojder
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