Recensione del film – 100 Nights of Hero (2025)
100 notti di Hero, 2025.
Scritto e diretto da Julia Jackman.
Con Emma Corrin, Nicholas Galitzine, Maika Monroe, Amir El-Masry, Charli XCX, Richard E. Grant, Felicity Jones, Safia Oakley-Green, Josh Cowdery, Markella Kavenagh, Clare Perkins, Christopher Fairbank, Bijan Daneshmand, Michael Keogh, Jordan Coulson, Olivia D’Lima, Kerena Jagpal, Jeff Mirza, Tom Stourton, Varada Sethu, Felix Uff, Bella Law, Zaris-Angel Hator e Zara Hadeshian-Banks.
TRAMA:
Quando un affascinante ospite di casa (Galitzine) arriva in un castello isolato, la delicata dinamica tra un marito negligente, la sua innocente sposa Cherry (Monroe) e la loro devota domestica Hero (Corrin) viene gettata nel caos.
Ambientato in un mondo fantastico da fiaba non troppo dissimile dal romanticismo dell’era vittoriana, 100 Nights of Hero di Julia Jackman (tratto dal libro di Isabel Greenberg) ha una premessa quasi irresistibile che sembra pronta a orchestrare una critica tagliente alle dinamiche di genere, sessuali e relazionali dell’epoca, che il film non solo non riesce mai a concretizzare, ma anzi sembra attivamente disinteressato a fare, man mano che comincia a intrecciare flashback su un’altra storia con personaggi diversi. Non passa molto prima che tutto ciò che riguardava l’impianto pulp sembri smorzato, con i suoi spigoli levigati a favore di esplorazioni familiari, lucide, edulcorate e poco approfondite di quei temi.
Nel tentativo di ribaltare il cliché di due uomini che si contendono una donna, l’aristocratico Jerome (Amir El-Masry), che vuole obbedire al sovrano di queste terre Birdman (Richard E. Grant) e alle sue credenze sessiste su cosa faccia girare il mondo — ossia produrre un erede maschio con la moglie Cherry (Maika Monroe) — non ha ancora toccato la moglie, nonostante siano sposati da tempo. Finge ignoranza di fronte a tutti sul perché non sia ancora rimasta incinta. La verità è che è segretamente gay e preferisce trascorrere la maggior parte del suo tempo in battute di caccia con gli amici.
La componente sovversiva arriva quando Jerome fa una crudele scommessa con il nobile Manfred (Nicholas Galitzine): se Manfred non riesce a sedurre Cherry, dovranno collaborare per fabbricare l’esistenza di un erede e spacciare questa falsità per realtà davanti alla società. Se Manfred avrà successo, Jerome gli lascerà l’intero castello. Se ne andrà per 100 notti, lasciando a Manfred tutto il tempo necessario per portare a termine il piano. A complicare ulteriormente le cose, agli occhi dello spettatore Cherry, che non ha ancora esplorato molto la propria identità sessuale, sembra essere attratta dalla sua ancella Hero (Emma Corrin), con attrazione reciproca.
Dato che Manfred è un imbranato eccessivamente sicuro di sé che crede che tutto ciò che deve fare per conquistarla sia concedersi qualche flirt occasionale o presentarsi coperto di sangue dopo una mattinata di caccia, la strada per l’umorismo qui è chiarissima. Si addormenta persino mentre Hero comincia a raccontare la storia di un trio di sorelle ingiustamente accusate di stregoneria. Nel frattempo è chiaro che, nel raccontare una storia di segreti, anche Hero nasconde il suo: è attratta da Cherry.
Tuttavia, Julia Jackman (e forse è un problema anche del romanzo) non sembra sapere che farne del dramma da soap opera che sta al centro di questi personaggi, dedicando troppo tempo a interrompere quella storia per seguire invece quella delle sorelle. L’attrazione principale qui è che una delle protagoniste delle tre sorelle, Rosa, è interpretata dalla popstar e appassionata di cinema Charli XCX (che non solo cerca di entrare nella recitazione, ma sta anche dirigendo il suo primo film previsto per il prossimo anno), che delude perché qui non ha praticamente nulla da fare. In tal senso la sua presenza è un cameo glorificato che stuzzica solo la possibilità di vederla fare di più in futuro nel settore. Il flashback, non sorprende, manca anch’esso di profondità, considerando che occupa circa 25 minuti del film, che dura già solo all’incirca 85 minuti, esclusi i titoli di coda.
C’è poi il tentativo di costruire il mondo (completo di un’apertura sul creatore di questo universo, tre lune, l’ordine dei “birdmen” e la loro oppressione delle donne) che viene continuamente evocato e poi accantonato, come se fosse più un obbligo da menzionare che qualcosa di cui Julia Jackman sia sinceramente interessata. Per una premessa così allettante, si potrebbero elencare ben cento modi in cui 100 Nights of Hero finisce per sminuirsi da solo.
Valutazione Flickering Myth – Film: ★ ★ / Movie: ★ ★ ★
Robert Kojder
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