Recensione del film – La cronologia dell'acqua (2025)

Recensione del film – La cronologia dell'acqua (2025)

      La cronologia dell'acqua, 2025.

      Scritto e diretto da Kristen Stewart.

      Con Imogen Poots, Thora Birch, Charlie Carrick, Tom Sturridge, Susannah Flood, Esme Allen, Kim Gordon, Michael Epp, Jim Belushi, Earl Cave, Jeremy Ang Jones, Hal Weaver, Eleanor Hahn, Anna Wittowsky, Georgie Dettmer e Marlēna Sniega.

      SINOSSI:

      Attraverso la perdita, l'amore e la scoperta di sé, una donna trasforma il dolore in arte — e scrive una vita secondo i propri termini.

      Parlare del debutto registico della scrittrice/regista Kristen Stewart, La cronologia dell'acqua, con il consueto approccio critico di breve sintesi narrativa non renderebbe giustizia né all'ambizioso e ipnotico artigianato sperimentale in mostra né al suo scopo.

      Montato con una precisione caoticamente controllata da Olivia Neergaard-Holm, questo è un film che comincia con immagini e suoni che si infrangono dentro e fuori, lasciando lo spettatore a chiedersi se tutto stia funzionando correttamente, per poi chiarire con un aspetto granuloso in 16 mm che si tratta più di un ricordo che di una narrazione lineare. Come i ricordi, molte di queste scene risultano avvolte da una nebbia, con linee temporali e momenti che convergono e si sovrappongono, cinematograficamente potenziati qui da transizioni abbinate e dissolvenze visivamente sorprendenti (a cura del direttore della fotografia Corey C. Waters). Con la musica di Paris Hurley in sintonia con il lato più quieto, riflessivo e meditativo della regia frammentata — che però può diventare improvvisamente aggressivamente rumorosa — è indiscutibile che Kristen Stewart stia usando ogni strumento a sua disposizione per creare un assalto lirico e a tutto tondo ai sensi.

      Questi ricordi appartengono a Lidia Yuknavitch (la sceneggiatura basata sul suo memoir, interpretata qui da Imogen Poots), una nuotatrice aspirante che vive in una casa disgregata e sotto il controllo di un padre violento e sessualmente abusante (Michael Epp), rimasta sola con lui dopo che la madre muore per overdose e con una sorella (interpretata da adulta da Thora Birch) che fugge dalla famiglia per sopravvivere. Con rare eccezioni, il film di Kristen Stewart non è ossessionato dal mettere immagini traumatiche di fronte allo spettatore, quanto piuttosto dal mostrare come quei ricordi siano in pratica perduti in una foschia. È un modo sensibile di trattare materiale pesante, molto più intrigante e concentrato emotivamente rispetto a una narrazione ripresa a mano. Naturalmente c'è anche un risveglio della propria capacità di agire: Lidia prima o poi reagisce al padre e comincia a vivere.

      Diviso in cinque capitoli, ciascuno dei quali si concentra su un diverso punto critico o su una diversa persona nella vita di Lidia, Kristen Stewart impiega gli stessi metodi cinematografici per affrontare territori familiari, come le battaglie contro la dipendenza, le aspirazioni mancate, relazioni travolgenti intensamente appassionate ma a volte volatili (con un accenno all'esplorazione dell'identità sessuale), la depressione, perdite inimmaginabili e dinamiche più solari come una relazione di mentorship con un noto scrittore (interpretato da Jim Belushi). Le costanti sovrapposizioni e gli stacchi sembrano esistere per mostrare che anche i ricordi felici sono a volte inseparabili dalla tristezza.

      Questo permette inoltre a Kristen Stewart e a Imogen Poots (che offre un'interpretazione temeraria e primordiale) di comprimere emozioni giustapposte nello stesso segmento. È una rappresentazione cruda del trauma e del processo vitale, con ricordi e immagini che si scontrano tra loro. C'è anche un'indubbia attenzione al corpo umano stesso e ai vari fluidi che può produrre, con l'acqua che funge da metafora.

      Parte di quella narrazione calma vede Lidia affermare che nell'acqua si formano schemi e ripetizioni (in particolare quando si concentra sugli alti e bassi delle sue relazioni), il che richiama la vita stessa. Sfortunatamente, quella stessa ripetizione a volte si manifesta nel film, con la seconda metà che fatica in qualche modo a mantenere lo spettatore ipnotizzato come ha fatto la prima ora. Tuttavia, la poesia recitata presumibilmente proviene dagli scritti della vera Lidia Yuknavitch ed è ciò che lega la narrazione disgiunta in qualcosa di fluido e avvolgente. Per chi ha seguito la carriera post-mainstream di Kristen Stewart come attrice, La cronologia dell'acqua è l'opera audace e decisamente coraggiosa che ci si aspetterebbe da lei dietro la macchina da presa. Il fatto che sia il suo debutto, beh, è piuttosto impressionante.

      Valutazione Flickering Myth – Film: ★ ★ ★ ★ / Movie: ★ ★ ★

      Robert Kojder

      Originariamente pubblicato il 30 dicembre 2025. Aggiornato il 31 dicembre 2025.

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