Recensione del film "Heads of State" (2025)

Recensione del film "Heads of State" (2025)

      Capi di Stato, 2025.

      Regia di Ilya Naishuller.

      Con John Cena, Idris Elba, Priyanka Chopra Jonas, Jack Quaid, Carla Gugino, Stephen Root, Sarah Niles, Richard Coyle, Paddy Considine, Clare Foster, Katrina Durden, Aleksandr Kuznetsov, Adrian Lukis, Robyn Pennington, Ingeborga Dapkunaite, Steven Cree, Huw Novelli, Arthur Lee, Aled llŷr Thomas, Peter Guiney, Shaq B. Grant, Darya Charusha, Cal-I Jonel e Sharlto Copley.

      SINOSSI:

      Quando il Primo Ministro del Regno Unito e il Presidente degli Stati Uniti diventano obiettivi di un nemico straniero, sono costretti a fare affidamento l’uno sull’altro per sventare una cospirazione globale.

      Nel film Capi di Stato diretto da Ilya Naishuller, John Cena e Idris Elba si ritrovano intrappolati nel tentativo di trarre il massimo da una premessa che si regge su una sola battuta, interpretando leader nazionali dalle personalità contrastanti, costretti a collaborare in un’avventura d’azione intorno al mondo quando un traditore tra le loro fila tenta di ucciderli durante il dirottamento dell’Air Force One. Da quel momento, i terroristi (guidati da Paddy Considine) hackerano e diffondono segreti governativi, una mossa che provoca liti interne alla NATO, minacciando di farla crollare completamente.

      Per quanto riguarda il Presidente Will Derringer (Cena) e il Primo Ministro britannico Sam Clarke (Elba), adottano metodi e approcci diversi alla leadership, anche se entrambi cercano ciò che è meglio per i rispettivi paesi. Forse in modo inaspettato, Will è il tipo più rilassato, buffo e un po’ tonto (in sostanza tutta la stupidità dell’attuale presidente reale, senza il bagaglio personale disgustoso e il comportamento ripugnante) che è passato dai film d’azione in stile macho degli anni ’80 alla politica, citando persino un tour della stampa internazionale per un film che lo ha illuminato e lo ha spinto a lottare per il cambiamento. Tuttavia, appare anche come una figura di celebrità che desidera più di tutto essere amato, mentre il più tradizionale e serio Sam (Elba), che non fa sconti a nessuno, lo rimprovera di non saper distinguere tra una conferenza stampa e un junket, una battuta che apprezza chi fa il mio lavoro ma forse passa inosservata al grande pubblico.

      Un’altra battuta curiosa e divertente arriva quando Will, in uno dei suoi molti battibecchi con Sam, perde la calma e ammette di non essere solo una star dell’azione e che gli piacerebbe lavorare con un autore come Wes Anderson o Bong Joon Ho; è una battuta che invoca una riflessione metatestuale su John Cena, artista estremamente talentuoso che sembra rendere al meglio quando gli viene offerto un ruolo sfidante o fuori dagli schemi. Questo non è uno di quei ruoli.

      Quando i due non litigano su qualcosa, finiscono coinvolti in sequenze d’azione che, pur efficaci quando Ilya Naishuller si affida al suo stile di combattimento ravvicinato con movimenti di macchina stilizzati e scattanti, soffrono per il rating PG-13 che le rende quasi prive di peso, senza sangue, e cartoonescamente sopra le righe. È anche un elemento che va contro l’omaggio ai film d’azione anni ’80 a cui il film sembra aspirare. Ci sono anche scene più grandi, esplosioni e quant’altro, che evidentemente non avevano il budget per risultare spettacolari; la cosa salta ancora più all’occhio quando Amazon insiste che i critici vedano il film in streaming su grande schermo (aiuto, così si vedono ancora di più gli effetti CGI e green screen di bassa qualità che distraggono).

      E tutto questo senza affrontare l’assurdità della narrazione (ci sono volute ben tre persone per scriverla: Josh Appelbaum, André Nemec e Harrison Query), che comprende una talpa e un’agente delle forze speciali ossessionata dai giochi di parole (Priyanka Chopra Jonas) intenta anch’essa a rintracciare e uccidere il terrorista già menzionato, un trafficante d’armi russo che si sta espandendo nel settore nucleare. Inevitabilmente, si unisce al POTUS e al Primo Ministro britannico per portare a termine la missione, aiutandoli a smascherare la talpa e componendo le loro dispute verbali con altri giochi di parole.

      John Cena e Idris Elba sono entrambi performer di talento, ma qui spesso sembra che si sforzino per creare una chimica, pur rimanendo presenze divertenti. L’azione, per la maggior parte solida, arriva accompagnata da scelte musicali inspiegabili, come se il film fosse pensato per essere visto su TBS da un padre di mezza età invece che su una piattaforma di streaming. Ancora più assurdo, sembra che i realizzatori pensino che la sola scelta delle canzoni banali sia di per sé una battuta, lasciandole suonare per intero. Altre volte sono casuali, senza alcun motivo apparente, come far sentire “Total Eclipse of the Heart” per 15 secondi mentre i personaggi sono appena scesi da un treno. Va bene così?

      Tutto ciò per viaggiare attraverso il mondo, mentre tutti credono che siano morti nell’incidente dell’Air Force One, per raggiungere il vertice della NATO in Italia e affrontare il traditore. Durante il viaggio entrano in gioco altri personaggi, tra cui Marty (Jack Quaid), che gestisce una casa sicura per Will, dando vita a un’esilarante trovata d’azione. Nulla dell’intrigo politico è particolarmente interessante, risolvendosi principalmente in messaggi generici e sicuri sull’unità, che sono comunque ben intenzionati.

      Questo non significa che Capi di Stato dovrebbe essere apertamente politico, ma è apolitico nel senso che amplifica quanto questo materiale sia generico, sicuro e ridicolo. È un approccio più algoritmico al cinema, che mira solo a offrire qualcosa agli abbonati, un’enorme delusione da parte di un regista d’azione coraggioso e polarizzante. Verrebbe da pensare che nessuna testa abbia davvero lavorato a qualcosa di così standard, eppure dietro c’è Ilya Naishuller. Il carisma delle star e qualche combattimento ravvicinato stiloso lo rendono guardabile, ma da qualche parte, John Cena starà sperando di lavorare con Bong Joon Ho dopo questa débâcle.

      Voto Flickering Myth – Film: ★ ★ / Pellicola: ★ ★

      Robert Kojder è membro della Chicago Film Critics Association, della Critics Choice Association e della Online Film Critics Society. È anche il responsabile delle recensioni di Flickering Myth. Consulta qui le nuove recensioni e segui il mio BlueSky o Letterboxd.

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