
10 grandi film neo-western da non perdere
Casey Chong con una selezione di grandi film neo-western che devi vedere…
L'era antiquata di John Wayne dei film western potrebbe essere ormai finita, ma certamente non dimenticata. E mentre il genere western stesso non è più la garanzia di incassi di un tempo, mantiene comunque il suo spazio nel cinema contemporaneo, soprattutto attraverso il neo-western. Questo sottogenere aggiornates i temi e gli archetipi classici del western, spostando il luogo e l’ambientazione, e combinando diversi elementi, dai thriller d’azione ai drammi criminali, horror e addirittura commedie. Ecco dieci ottimi neo-western che vale la pena di vedere se ancora non l'hai fatto…
Extreme Prejudice (1987)
Questo extreme prejudice, guidato dal testosterone, è un film essenziale ma purtroppo poco riconosciuto di Walter Hill: un thriller d’azione duro sul tema della guerra alla droga con accenni neo-western. Il film riunisce anche il regista con la star di 48 Hrs., Nick Nolte, nel ruolo di Jack Benteen, un Texas Ranger senza fronzoli che cerca di fermare il suo amico d'infanzia diventato trafficante di droga, interpretato dall'incredibilmente losco Powers Boothe come Cash Bailey. A complicare le cose, c’è un membro dell’Unità Zombie guidata dal maggiore Paul Hackett, interpretato da Michael Ironside, impegnato in una missione losca con i suoi soldati di cui si dice siano morti in azione.
La narrazione parallela tra il conflitto tra Jack e Cash e la missione dell’Unità Zombie, e come tutto si collega tra loro, potrebbe aver richiesto del tempo per arrivare al punto, dando un ritmo un po’ goffo. Eppure, la regia muscolare di Hill si fa sentire con abbastanza suspense e molte scene d’azione viscerali che ti tengono incollato allo schermo. Si spinge anche a rendere omaggio a The Wild Bunch di Sam Peckinpah, evidentemente nella sparatoria finale nel polveroso villaggio messicano.
Last Man Standing (1996)
Un altro fallimento al botteghino di Walter Hill, che si rivela molto meglio di quanto suggerisse il disastroso incasso. Ispirandosi al classico seminale dei samurai di Akira Kurosawa, Yojimbo, e rielaborandolo come un mix di neo-western e gangster, Hill propone una narrazione energica ma stilizzata sulla storia del proibizionismo di un misterioso vagabondo, John Smith (Bruce Willis, perfettamente apatico), che si trova coinvolto in una guerra tra mafia irlandese e italiana.
La parte stilizzata del film viene dalle sorprendenti sparatorie alla John Woo, con violenza rallentata alla Peckinpah. John Smith, interpretato da Bruce Willis, è chiaramente rappresentato come un mitico pistolero, che ricorda il personaggio di Clint Eastwood in Il uomo senza nome, rapido nel tiro. L’unica significativa differenza qui è che John Smith spara con due pistole. Last Man Standing si arricchisce anche della colonna sonora jazzistica di Ry Cooder, mentre la cinematografia di Lloyd Ahern cattura l’estetica minacciosa e solare di una città piena di timore.
Vampires (1998)
Titolo generico a parte, l’adattamento cinematografico di John Carpenter del romanzo omonimo di John Steakley del 1990 combina elementi neo-western e horror sui vampiri. Aggiungendo un’atmosfera di B-movie divertente e la figura severa e strafottente del cacciatore di vampiri interpretato da James Woods, il risultato è un film divertente.
La sequenza d’apertura ricca di azione inizia promettendo, con Carpenter che presenta Jack Crow di Woods e la sua squadra che assaltano i vampiri nell’abbandonata casa del New Mexico. Il film introduce anche il formidabile e carismatico Jan Valek, interpretato da Thomas Ian Griffith. Anche se Vampires ha avuto scarso successo al botteghino, il film è riuscito a generare non uno ma due sequel diretti in video: Vampires: Los Muertos e Vampires: The Turning.
No Country for Old Men (2007)
Nessuna lista di neo-western sarebbe completa senza menzionare No Country for Old Men, che ha fatto vincere agli Coen Brothers l’ambito Oscar come miglior film. Il film ha portato a casa anche altre tre statuette, tra cui il memorabile premio come miglior attore non protagonista a Javier Bardem per il ruolo dell’irriducibile killer Anton Chigurh, che si diverte a uccidere le sue vittime. Questo è particolarmente vero grazie alla sua inclinazione a decidere il destino di qualcuno lanciando una moneta.
Lo sguardo glaciale di Chigurh evoca un’atmosfera di malevolenza che incute timore, unita alla sua personalità apatica, rendendolo un antagonista terribile e indimenticabile. La visione profondamente cinica dei fratelli Coen sul genere neo-western permette loro di portare il film in territori inesplorati, sovvertendo le aspettative di una narrazione classica di bene contro male.
Wind River (2017)
La fascinazione di Taylor Sheridan per l’odierno territorio frontier americano si manifesta in Wind River, che combina neo-western con un giallo e un procedimento criminale. È un ottimo film che enfatizza un ritmo deliberato, con personaggi ben sviluppati interpretati da Jeremy Renner ed Elizabeth Olsen. Sheridan non si tira indietro nel rappresentare con realismo le aggressioni sessuali e la violenza, con l'inegabile natura selvaggia del Wyoming come sfondo che sottolinea il tono inquietante della narrazione.
La storia esplora anche le dure realtà e l’anarchia vissute dal Popolo nativo americano, evidenziando la capacità di regia di Sheridan (solo il suo secondo film dopo Vile del 2011) oltre al suo talento come sceneggiatore. Wind River culmina in una tensione al massimo, con un inseguimento all'insegna del caos tra messicana e lo stile del classico standoff – una conclusione perfetta che consacra Taylor Sheridan come uno dei registi emergenti più promettenti di oggi.
The Last Stand (2013)
The Last Stand potrebbe aver fallito nel conquistare il pubblico al momento dell’uscita. Ma è difficile negare il coinvolgimento del regista coreano Kim Jee-Woon, famoso per A Tale of Two Sisters e I Saw the Devil, al suo debutto a Hollywood. Essenzialmente una rivisitazione moderna di Rio Bravo di Howard Hawks, questo neo-western d’azione segna il ritorno sul grande schermo di Arnold Schwarzenegger in un ruolo da protagonista, il suo primo dopo Terminator 3: Rise of the Machines, e segna anche un cambio di carriera dopo essere stato Governatore della California dal 2003 al 2011.
Il momento clou di The Last Stand è l’ultimo battaglione di 30 minuti, ricco di azione, nella tranquilla cittadina dell’Arizona di Sommerton Junction, dove lo sceriffo Ray Owens interpretato da Schwarzenegger e la sua squadra (tra cui Johnny Knoxville e Luis Guzman) fermano il potente trafficante di droga Eduardo Noriega prima che attraversi il confine. All’epoca Schwarzenegger aveva 65 anni, e nonostante l’età, dimostra di avere ancora le qualità per condurre un film d’azione, con il suo tipico carisma da battutista.
The Way of the Gun (2000)
Prima di Mission: Impossible, Christopher McQuarrie era principalmente conosciuto per la sua brillante sceneggiatura di The Usual Suspects, ma ha anche esordito come regista con The Way of the Gun, del 2000, che vede due criminali di bassa lega (Ryan Phillippe, Benicio del Toro) in guai seri dopo aver rapito una madre surrogata per riscatto, interpretata da Juliette Lewis.
Questo neo-western si arricchisce di un elemento di carattere, grazie alle interpretazioni contraddittorie degli anti-eroi di Phillippe e del Toro, mentre il compianto James Caan ruba la scena come l’enforcer della mafia. La capacità di McQuarrie di tessere una trama complessa tra curve e svolte mantiene alta l’attenzione per tutta la durata del film. E, dopo tutto il buildup, culmina con una sparatoria finale che richiama molto Sam Peckinpah, dimostrando la sua abilità nel regia e nella precisione tecnica nelle scene d’azione.
Desperado (1995)
Robert Rodriguez ha iniziato la sua carriera come un regista sgangherato, da solo, nel suo debuto senza budget El Mariachi del 1992, che ha ispirato molti registi indie. Tre anni più tardi, torna con un sequel dal budget più grande e di qualità superiore, ricastando Carlos Gallardo a favore del carismatico Antonio Banderas come protagonista.
Rodriguez mantiene la narrazione economica del viaggio di un uomo alla vendetta, con il personaggio di Antonio che con la sua chitarra piena di pistole dà la caccia ai cattivi. L’azione è violenta e stilizzata, simile a un incrocio tra Sam Peckinpah e John Woo. Desperado include anche ruoli secondari memorabili, come Salma Hayek, Joaquim de Almeida e Quentin Tarantino, che compare in una cameos spiritosa.
The Order (2024)
Basato su eventi reali, Justin Kurzel si immerge nello stile cinematografico metodico di Michael Mann in The Order, che presenta forse le migliori performance della sua carriera con Jude Law e Nicholas Hoult. Ricco di elementi neo-western di bene contro male, la storia segue l’agente dell’FBI Terry Husk (Jude Law), deciso a fermare il leader neofascista Bob Mathews (un formidabile Nicholas Hoult) e la sua banda di suprematisti a tutti i costi.
Il gioco del gatto e del topo tra i due, su opposti schieramenti della legge, è ritmato con calma, invece di essere un classico thriller adrenalinico, permettendo a Kurzel di creare suspense man mano che la storia prosegue. L’azione può essere stata scarsa, ma ne vale la pena con scene memorabili, come quella di Terry che cerca di fermare un furgone in fuga con un fucile a canne mozze, dimostrando l’abilità di Kurzel nelle scene d’azione.
30 Days of Night (2007)
Prima che David Slade vendesse l’anima a Twilight: Eclipse, i suoi primi due film – Hard Candy e 30 Days of Night – hanno mostrato il suo impressionante talento nel dirigere generi diversi. Quest’ultimo, adattando il romanzo a fumetti di Steve Niles e Ben Templesmith, propone una versione sanguinaria di un horror sui vampiri con un’atmosfera neo-western. Questo vale soprattutto per la dedizione di Josh Hartnett nel ruolo dello sceriffo Eben Oleson nel proteggere la sonnacchiosa cittadina di Barrow in Alaska contro un gruppo di vampiri assetati di sangue, guidati dall’intimidatorio Danny Huston nel ruolo di Marlow.
L’ambientazione ristretta nel gelido Barrow e il clima ostile richiamano il thriller dell’assedio di Assault on Precinct 13 di John Carpenter, anche se in una location più grande. Slade si distingue con l’R rating del film, soddisfacendo i requisiti del genere con molta violenza grafica, sangue e effetti di trucco spaventosi.
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Casey Chong











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