
Recensione di fiabe: un ritratto evocativo dell'auto-scoperta in Norvegia
Nel loro documentario Folktales, Heidi Ewing e Rachel Grady intrecciano mitologia norrena (in particolare quella delle “tre Norn”) e immagini evocative (a cura del direttore della fotografia Lars Erlend Tubaas Øymo) con la storia moderna della Pasvik Folk High School nel nord della Norvegia, un luogo dove i ragazzi possono trascorrere un anno sabbatico nella natura selvaggia come mezzo di crescita personale. Ewing e Grady si concentrano sugli studenti Hege, Romain e Bjørn Tore. Tutti e tre affrontano traumi personali: Hege è sola, ancora scossa dalla tragica morte del padre; Romain è uno studente liceale spaventato, incerto sulla sua capacità di sopravvivere al campo e alla natura selvaggia; infine, Bjørn Tore si considera strano, goffo e incapace di fare amicizia.
Ewing e Grady utilizzano lenti zoom lunghe per catturare momenti intimi senza molte interferenze. Le sequenze migliori si concentrano sui volti dei protagonisti, catturando la lotta e la determinazione nei loro giovani volti. Nel film si stagliano sequenze di interludio che fanno riferimento alle Norn e all’ambiente circostante al campo. Alcune di queste funzionano meglio di altre. Complessivamente, forse ce n’è troppo – alla fine, distraggono dai ragazzi stessi.
In una sezione prolungata di Folktales, gli studenti vengono inviati nel bosco per alcuni giorni, per campeggiare da soli, accendere il fuoco e sopravvivere autonomamente. Un po’ ci si sarebbe voluto di più, ma ciò che vediamo nel film è avvincente, rafforzato da un coinvolgente brano musicale del compositore T. Griffin. Un altro elemento essenziale del campo è lo sleddog, e quasi ogni cane qui è una star. Lars Erlend Tubaas Øymo si destreggia bene nel posizionare spesso la telecamera sul slittino, offrendo una dinamica POV emozionante e coinvolgente. C’è un cane in particolare, Sautso, che ha un arco narrativo particolarmente efficace e inaspettato a metà del film.
Ci sono rivelazioni edificanti (“Non ho più il mio telefono,” capisce felicemente Hege a un certo punto) e confessioni dure (“se non ti impegni così tanto, non ti deludi”, ammette Romain all’inizio). Gli husky dell’Alaska, senza sorpresa, si rivelano un aiuto fondamentale per la maggior parte degli studenti, offrendo compagnia e comprensione in mezzo al freddo glaciale e all’esaurimento incessante.
C’è un’idea secondo cui nella mitologia c’è speranza. Le tre “Norn” sono enti supremo che si occupano dei destini degli umani. E sebbene la Pasvik Folk High School, che rappresenta questo tipo di aiuto, possa sembrare un po’ troppo elevata, l’ispirazione è chiara e i risultati sembrano efficaci. La scelta migliore di Ewing e Grady è stata selezionare i loro tre protagonisti studenti, anche se a volte sembra mancare una narrazione più ampia. Troppo spesso, le sequenze mitologiche di intermezzo, che includono montaggi veloci e effetti sonori, sembrano una copertura per la durata del film. Tuttavia, Folktales cattura un momento cruciale nella vita di questi giovani adulti in un contesto molto particolare, con un’innocenza cruda e senza filtri.
Folktales uscirà nelle sale venerdì 25 luglio.
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