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O qualcosa (2024) - Recensione del film
Or Something, 2024.
Diretto da Jeffrey Scotti Schroeder.
Con Mary Neely, Kareem Rahma, Brandon Wardell e David Zayas.
SINOSSI:
Due sconosciuti si presentano in un appartamento di Brooklyn per riscuotere dei soldi che gli spettano. Quando vengono rimandati dall'altra parte della città per ritirare il denaro, sono costretti a trascorrere insieme il resto della giornata.
Non sono un grande fan del neologismo parola-valigia "dramedy", ma dato che esiste da oltre un secolo (o così mi dice l'Oxford English Dictionary), suppongo che l'idea abbia avuto tutto il tempo di maturare.
Qualunque siano i miei sentimenti sulla parola, essa si presta a una rapida descrizione di questo affascinante e artistico intervento nel mondo cinematografico newyorkese. La miscela di commedia e dramma crea una bevanda inebriante in Or Something. Meditazione agrodolce sulle speranze interiori, i sogni e le visioni del mondo esterno, il film è splendidamente girato e prodotto, con New York ritratta in modo vivido.
Il film ci porta in un viaggio per New York con Olivia (Neely) e Amir (Rahma). Dopo essersi presentati entrambi nell'appartamento dell'inaffidabile Teddy (Brandon Wardell) per riscuotere dei soldi che lui deve loro, e di fronte alla problematica constatazione che non arriveranno soldi, sono costretti a vagare per la città per trovare l'evocativo Uptown Mike (un'interpretazione esplosiva di David Zayas), che, a sua volta, deve dei soldi a Teddy.
Il tutto è un modo deliziosamente divertente per farci ascoltare Amir e Olivia parlare tra loro e rivelare dettagli intimi delle loro vite e, forse, il motivo esatto per cui hanno bisogno dei soldi. Il film si svolge un po' come un diario di viaggio in chiave jazz, con i due personaggi che fungono da anfitrioni divertenti.
Entrambi hanno molte storie da raccontare e, mentre il viaggio li porta in metropolitana, a mangiare qualcosa in un diner e a passeggiare per Central Park, scopriamo di più sulle loro varie convinzioni e motivazioni. Parlano di sesso e appuntamenti, della vita in città, di religione e di morte. Sì, parlano molto e affrontano parecchi argomenti. Il film indipendente, ricco di dialoghi, non sarà il genere di tutti, ma per chi ha orecchio per conversazioni taglienti e osservazioni canzonatorie, è un rapido (durata 81 minuti) viaggio in un ritratto empatico della vita newyorkese.
Sia Rahma che Neely hanno scritto il film insieme, e questa coppia creativa potrebbe aver contribuito alla chimica vincente sullo schermo. Il duo simpatico, con la visione disillusa e malinconica di Olivia sulla vita moderna che si combina bene con le prospettive essenzialmente ottimiste di Amir, rivela le complessità presenti nei loro mondi privati.
Il film mi è piaciuto molto e penso che funzioni particolarmente bene nello scavare quel tipo di stato d'animo divertente reso possibile dal confidarsi con uno sconosciuto. La coppia si alterna nel parlarsi come potenziali amici o amanti, o persino come una specie di terapeuta. Reso possibile solo dalle casuali vicissitudini di una megalopoli in piena attività, l'incontro fortuito dei due potrebbe essere un capitolo profondo nelle loro vite. Una sorta di anti-commedia romantica, non si può fare a meno di guardarlo e sperare il meglio per loro due, pur sapendo bene che, eh, la vita non va sempre così.
Valutazione di Flickering Myth – Film: ★ ★ ★ ★ / Movie: ★ ★ ★ ★
Robert W Monk
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