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Christy (2025) - Recensione del film
Christy, 2025.
Regia di David Michôd.
Con Sydney Sweeney, Ben Foster, Katy O’Brian, Merritt Wever, Ethan Embry, Chad L. Coleman, Tony Cavalero, Jess Gabor, Valyn Hall, Cole Pedigo, Bryan Hibbard e Marvin LaViolette.
SINOSSI
Nata in West Virginia — il suo soprannome, “Coal Miner’s Daughter”, deriva dalla professione del padre — Christy (Sweeney) eccelleva nello sport e ha frequentato il college con una borsa di studio per il basket. Alla fine degli anni ’80 inizia a combattere — e a vincere — nelle competizioni “Toughwoman” prima di iniziare l’allenamento con il coach di pugilato Jim Martin (Foster) e intraprendere quella che si rivelerà una carriera di enorme successo in uno sport ancora agli albori.
Un biopic sulla pugile Christy Salters avrebbe potuto limitarsi ai suoi successi sul ring, ma il regista David Michôd esplora molto più di questo in Christy, che vede Sydney Sweeney in un ruolo trasformativo come pugile rivoluzionaria. Christy approfondisce sia la sua carriera nel pugilato sia la relazione tossica in cui si ritrova con il suo allenatore diventato marito Jim Martin, che ha rischiato di rovinarle la vita. La regia di Michôd e l’interpretazione di Sweeney sono eccellenti in questo drammatico film che coinvolge lo spettatore nella sua vicenda.
Christy segue la pugile protagonista mentre inizia la carriera da dilettante fino a diventare la pugile donna di maggior successo degli anni ’90, favorendo l’inclusione delle donne e il riconoscimento della loro parità con il pugilato maschile. Tuttavia, Christy, che all’epoca era una lesbica non dichiarata, rimane intrappolata in una relazione tossica con il suo allenatore e manager Jim Martin, che era abusiva sia fisicamente sia psicologicamente.
Sweeney offre un’interpretazione poderosa di Christy, mostrando tutte le sfumature della sua fiducia, incertezza, paura e forza di carattere. Non solo Sweeney riesce a reggere il peso emotivo della storia di Christy, ma il ruolo era anche molto impegnativo dal punto di vista fisico, che lei ha reso molto bene. Tra le sequenze di allenamento e i combattimenti, la fisicità di Sweeney è evidente: si muove sul ring con grazia e risponde con spavalderia alle avversarie. È un ruolo piuttosto diverso da quelli che di solito vediamo in Sweeney in Euphoria o Anyone But You, mettendo in mostra l’ampiezza del suo talento.
La chimica con Ben Foster è ben riuscita: Foster offre un’interpretazione molto inquietante di Jim, l’allenatore e marito di Christy. I segnali d’allarme ci sono fin dall’inizio, ma peggiorano con il proseguire del film e Foster trasmette i livelli di manipolazione abusiva verso Christy e la sua famiglia, culminando in un finale scioccante che mostra la freddezza del suo personaggio.
Il cast di supporto è anch’esso eccellente, con Merritt Wever nei panni della devotissima madre di Christy e Katy O’Brian come la rivale sul ring Lisa Holewyne tra le interpretazioni più notevoli. La chimica tra Sweeney e O’Brian funziona nelle sottigliezze di ciò che possono o non possono dire, con O’Brian che mostra attraverso il linguaggio del corpo e gli occhi ciò che realmente prova nei momenti con Sweeney. Jess Gabor interpreta un vecchio interesse amoroso di Christy e le due condividono un’intimità più suggerita che espressa a parole. Un vero e proprio “scene stealer”, tuttavia, è Chad L. Coleman nel ruolo del leggendario promotore Don King, esilarante nelle molte eccentricità del personaggio e autorevole nella sua presenza imponente.
Michôd dirige con grande competenza nella gestione dei tempi della storia e nell’enfasi sulla vulnerabilità emotiva di Christy. La coreografia delle sequenze di pugilato è ben ripresa e montata, mostrando sia quanto Christy potesse essere dura sia l’intensità del ring. Michôd lascia anche alcuni degli aspetti più inquietanti della relazione tra Christy e Jim all’immaginazione, permettendo che l’implicito di certe scene o suoni generi più tensione del mostrare la violenza.
Christy offre grandi interpretazioni di Sweeney, Foster e del resto del cast, sottolineando sia il danno causato dal matrimonio di Christy sia i suoi successi nel pugilato. La regia di Michôd restituisce bene la forza del carattere di Christy e il dolore che ha attraversato, con immagini e coreografie ben realizzate.
Valutazione Flickering Myth – Film: ★ ★ ★ ★ / Movie: ★ ★ ★ ★
Christy potrà essere visto al Toronto International Film Festival e sarà distribuito nelle sale il 7 novembre.
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