Recensione del BFI London Film Festival 2025 – La voce di Hind Rajab

Recensione del BFI London Film Festival 2025 – La voce di Hind Rajab

      La voce di Hind Rajab, 2025.

      Regia di Kaouther Ben Hania.

      Con Saja Kilani, Motaz Malhees, Clara Khoury e Amer Hlehel.

      SINOSSI:

      I volontari della Mezzaluna Rossa ricevono una chiamata di emergenza. Una bambina di 6 anni è intrappolata in un’auto sotto il fuoco delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) a Gaza, implorando di essere salvata. Cercando di tenerla al telefono, fanno tutto il possibile per far arrivare un’ambulanza sul posto.

      Criticare un film come La voce di Hind Rajab è un compito difficile, ma necessario. Ci sono migliaia di storie nate da questo periodo di morte e distruzione. Questa è una di quelle. Dolorosa. Ma è emblematica dell’innocenza al centro di questa linea temporale che stiamo attraversando. Una bambina che non sapeva perché stava morendo, come molte altre da entrambe le parti del divide, ed è importante che il cinema come forma d’arte rimanga una capsula del tempo del trauma.

      L’evento in questione è l’omicidio di una bambina palestinese di cinque anni presa di mira dalle Forze di Difesa Israeliane durante l’invasione della Striscia di Gaza. Le sue chiamate al centro di emergenza della Mezzaluna Rossa, circondata dai cadaveri della sua famiglia mentre si rannicchiava in un’auto crivellata da 335 fori di proiettile, divennero notizia. La ricostruzione di quel giorno da parte della regista Kaouther Ben Hania intreccia il suo straziante materiale audio con una drammatizzazione dei tentativi dietro le quinte per far arrivare un’ambulanza sul luogo.

      Simile all’approccio di Paul Greengrass nelle sue rappresentazioni della tragedia, La voce possiede un’immediatezza nello stile di ripresa che ti mette al centro degli eventi. Una camera al seguito irrompe in quella che appare come una giornata qualunque nel call center, con colleghi che scherzano tra una presa d’auricolare e l’altra, e i responsabili che chiudono il turno per tornare a casa dopo una lunga giornata di lavoro. Far sembrare questo un ambiente di lavoro normale popolato da persone riconoscibili contribuisce non poco ad accentuare il dramma che seguirà e lo sfondo su cui si svolge questa storia.

      Quando arriva la chiamata ci si potrebbe aspettare che il dramma si sposti sulla scena, ma Hania saggiamente mantiene la singola ambientazione, ben sapendo che il contenuto delle registrazioni è sufficiente a rappresentare l’orrore della situazione di Hind. Ha ragione: i messaggi vocali sono inevitabilmente angoscianti, non tanto per gli spari intermittenti o per dettagli cruenti, quanto perché fungono da punteggiatura ai suoni riconoscibili di una bimba spaventata.

      Le sue parole basterebbero, ma La voce ricostruisce meticolosamente gli sforzi del team nel tentativo di salvarla. I permessi richiesti, l’attesa tra burocrazia e via libera, tutto sottolinea l’impotenza dei soccorritori mentre cercano di trovare una strada verso la scena della distruzione. Ogni ostacolo, letterale o metaforico, o ogni chiamata senza risposta rende le suppliche di Hind per aiuto ancora più dolorose da sopportare.

      Il cast è ridotto al minimo, ma tutti eccellenti. Motaz Malhees e Saja Kilani sono superbi nei ruoli di Omar A. Alqam e Rana Hassan Faqih, rispettivamente. In quanto primi soccorritori alla chiamata di Hind, svolgono gran parte del carico emotivo al di fuori delle registrazioni reali, offrendo entrambi performance estenuanti e adeguate alla situazione. Hania incorpora alcune tecniche intelligenti ma rispettose per sottolineare la realtà dei fatti, come l’occasionale sfocatura delle voci degli attori con quelle delle loro controparti, e una scena verso la fine in cui lo schermo di un telefonino mostra riprese reali della squadra raccolta intorno a un telefono ad ascoltare gli ultimi istanti di Hind.

      Il film di Kaouther Ben Hania chiede rispettosamente di non distogliere lo sguardo in un momento in cui il mondo è diventato insensibile a eventi del genere. Il suo film è una ricostruzione senza concessioni di una storia che riecheggia mille altre. Le interpretazioni sono potenti, la drammatizzazione impressionante, ma sono le registrazioni vocali di Hind e i suoi ultimi momenti in questo mondo crudele che dovrebbero segnare chiunque ascolti.

      Valutazione Flickering Myth – Film ★ ★ ★ ★ / Movie ★ ★ ★ ★

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