Recensione del film – Buona fortuna (2025)

Recensione del film – Buona fortuna (2025)

      Buona Fortuna, 2025.

      Scritto e diretto da Aziz Ansari.

      Con Keanu Reeves, Aziz Ansari, Seth Rogen, Keke Palmer, Sandra Oh, Sherry Cola, Stephen McKinley Henderson, Matt Rogers, Jay Traynor, Cam Barr, Shoukath Ansari, Alexander Jo, Joe Mande e Aditya Geddada.

      SINOSSI:

      Un angelo dalle buone intenzioni ma piuttosto goffo di nome Gabriel si intromette nella vita di un lavoratore in difficoltà che svolge lavoretti su chiamata e di un ricco capitalista di venture.

      Commedia esilarante per chiunque abbia alzato gli occhi al cielo e abbia voluto strozzare una persona dalle buone intenzioni dopo che questa ha osservato che la ricchezza non risolverà tutti i problemi, Buona Fortuna di Aziz Ansari — sceneggiatore, regista e protagonista — è catartica. Spesso contrasta questa idea con buffe trovate di scambio di vite, sottolineando che, anche se il denaro non risolve ogni problema, certamente consente una vita più rilassata, agiata e piacevole, in cui ogni nuovo problema non comporta un’ondata di danni finanziari.

      Si può immaginare il comico sul divano a guardare Una storia di Natale o La vita è meravigliosa e a fare spallucce davanti all’ottimismo mostrato, con la creatività per reinventare il concetto ai giorni nostri, centrando non solo su quanto la società sia diventata più avida (e su quanto il divario tra classe operaia ed élite si sia ampliato), ma anche mettendo in luce l’assurda ingratitudine nei confronti della forza lavoro. Ciò non significa che questo sia un film che mette il denaro al di sopra di ogni altra cosa, bensì che è molto più onesto circa la sua rilevanza per una vita stabile e più felice.

      C’è anche un gancio notevole nell’intervento divino, con un Keanu Reeves perfettamente scelto nei panni di un angelo distaccato di nome Gabriel, che lavora per un intero dipartimento di servitori celesti; gli è assegnato il ruolo poco soddisfacente ma essenziale (soprattutto se ci si basa su ciò che si osserva nel mondo reale) di richiamare l’attenzione dei guidatori che scrivono messaggi dal sedile posteriore per far loro evitare collisioni fatali. Pur essendo un dovere salvifico significativo, Gabriel aspira a salire di grado (il che, per estensione, renderebbe le sue ali pratiche, volutamente e comicamente economiche, più grandi e gli concederebbe la capacità di volare) e a inserirsi direttamente nella vita di anime disperate e suicidarie, indirizzandole verso un percorso più speranzoso.

      Impaziente di aspettare una chiamata superiore, Gabriel decide di intervenire nella vita di Arg (Aziz Ansari), un “tasker” che svolge lavoretti per diversi sconosciuti al giorno tramite un’app di servizi che permette anche ai clienti di lasciare valutazioni a stelle. Con nulla che gli vada per il verso giusto (dal cugino di successo di cui il padre non fa che parlare al telefono, al dormire in macchina, alle difficoltà a prendere una svolta nella professione e nella vita sentimentale), Arg finisce per avere come cliente un investitore benestante della finanza, Jeff (Seth Rogen), che vuole far pulire il suo garage disordinato mentre passa il tempo nella sua lussuosa piscina. Questo porta Arg a proporsi come nuovo assistente pagato di Jeff, cosa che funziona temporaneamente, permettendogli anche di intravedere quanto sia facile la vita dei ricchi.

      Tuttavia non passa molto prima che si verifichi un incidente scatenante un po’ forzato che porta Jeff a licenziare Arg (il primo è un po’ svogliato e ingenuo, fortunato nell’essere diventato ricco, e mai davvero il tipo spietato che il film avrebbe bisogno per far partire il vero conflitto e la premessa — in parte perché il collaudato fascino di Seth Rogen è comunque presente), e questo è il punto di rottura che spinge Gabriel a intervenire e a scambiare le loro vite. Questo avviene anche dopo che Gabriel mostra ad Arg un montaggio del suo futuro se non decidesse di togliersi la vita, un insieme di alti con la sua collega e attivista per i diritti dei lavoratori Elena (Keke Palmer) e bassi deprimenti. Gabriel crede che Arg vedrà che la vita di Jeff non è quello che sembra, il che, beh, si rivela esilarantemente sbagliato.

      Buona Fortuna non appartiene nemmeno completamente a uno dei tre protagonisti stellari, cambiando prospettiva spesso quanto cambiano le dinamiche tra questi personaggi. Un momento si concede all’apprezzamento di Arg per la sua nuova ricchezza. Il momento dopo si può seguire un piano di Jeff per riportare le cose alla normalità, oppure Gabriel, un pesce fuor d’acqua a cui sono stati revocati i poteri celesti, che impara in modo divertente a essere umano (compreso imparare a mangiare), a mantenere un lavoro e a essere spezzato dal mondo fino al punto di comprendere la prospettiva di Arg.

      Non sorprende che tutto ciò generi umorismo in cui Keanu Reeves si distingue, sfoggiando quell’amabile ingenuità alla Bill & Ted. Anche Seth Rogen è divertente nel ruolo del privilegiato nato con il cucchiaio d’argento che non ha mai dovuto fare un vero lavoro in vita sua, sperimentando in prima persona ciò che sta attraversando la classe lavoratrice e rendendosi conto che, nonostante la sua fiducia mal riposta e la sua determinazione, non è così facile come sembra. Nel frattempo Arg comincia a rendersi conto che Elena non è mai stata attratta da lui per la sua ricchezza. Aziz Ansari interpreta il personaggio con intelligenza: uno che vive questo stile di vita all’eccesso non per desideri nascosti di sregolatezza, ma per il sollievo di poter finalmente vivere così liberamente.

      Le interpretazioni straordinariamente divertenti di tutti i coinvolti, insieme a un vivace scambio di battute, sono sufficienti per sorvolare sui messaggi pesanti e iperbolici di Buona Fortuna. Il film si prolunga anche un po’ troppo e, pur essendo per lo più ancorato alla logica, presenta una soluzione teorica accennata all’inizio che, sorprendentemente, non viene più ripresa; avrebbe invece costituito un solido motore per ciò che sarebbe stato necessario fare per invertire le vite. Ancora una volta, questi difetti quasi risultano irrilevanti quando un film è così costantemente divertente e colpisce con tanta chiarezza e legittimità la disuguaglianza di classe e un mondo del lavoro sfruttatore.

      Valutazione Flickering Myth – Film: ★ ★ ★ / Movie: ★ ★ ★ ★

      Robert Kojder

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