Recensione del film – Il giorno di Peter Hujar (2025)
Peter Hujar’s Day, 2025.
Scritto e diretto da Ira Sachs.
Con Ben Whishaw e Rebecca Hall.
SINOSSI:
Una conversazione recentemente ritrovata tra il fotografo Peter Hujar e la sua amica Linda Rosenkrantz nel 1974 rivela uno squarcio sulla scena artistica del downtown di New York City e sulle lotte personali ed epifanie che definiscono la vita di un artista.
Nel 1974 la giornalista Linda Rosenkranz condusse una serie di interviste ad artisti in tutta New York City per scoprire in cosa consistesse una giornata tipo, con l'intenzione di raccogliere quelle conversazioni in un libro informativo. Quel libro non vide mai la luce, sebbene alcune delle conversazioni siano rimaste su nastro. Una di queste è l'intervista tra Linda (qui interpretata da Rebecca Hall) e il fotografo Peter Hujar (Ben Whishaw), che dura diverse ore, montata in modo essenziale da Affonso Gonçalves nel Peter Hujar’s Day del sceneggiatore e regista Ira Sachs.
L'obiettivo del film sembra essere quello di realizzare ciò che quel libro teorico si proponeva, ma qui con un'enfasi specifica su Peter Hujar e le sue osservazioni casuali, la propensione abituale alle bugie bianche e la vulnerabilità nel mettere in discussione il suo valore come artista. Mentre ricorda meticolosamente ogni momento della giornata precedente, non sorprende che emergano digressioni che evidenziano ulteriormente tutto quanto detto.
C'è però un difetto fatale: poiché Peter Hujar fa i nomi di diverse persone del suo giro, è difficile investire o affezionarsi a chiunque non sia già familiare con quel milieu degli anni '70, dato che tutti vengono solo nominati e raccontati, non presentati come personaggi che si possano conoscere in modo tradizionale sullo schermo. Questo significa anche che molte delle sue storie su queste persone entrano da un orecchio e escono dall'altro, lasciando solo piccoli elementi legati alla personalità di Peter e al suo stato d'animo attuale.
Non importa quanto Ben Whishaw e Rebecca Hall siano calati in questi ruoli (il primo riesce particolarmente bene a cogliere un'incertezza, ai limiti della crisi, su cosa sia per Peter una giornata tipo e se questa sia o meno fonte di soddisfazione artistica), o quanto autentici appaiano i costumi nell'appartamento rispetto al decennio: questo somiglia meno a un film e più a un'intervista televisiva della durata di un'ora. Il fatto che il film abbia un'impostazione teatrale di per sé non è un problema; piuttosto, dal punto di vista narrativo non c'è dove andare, il che significa che si tratta letteralmente di oltre un'ora ad ascoltare un uomo parlare di una giornata relativamente poco movimentata ma psicologicamente intensa.
Perciò non c'è molto da dire su Peter Hujar’s Day, che dura a malapena 70 minuti senza i titoli di coda e cerca di far muovere i personaggi all'interno dell'appartamento e sul balcone, avanzando nel tempo il più possibile nel tentativo di mantenere le immagini fresche e dinamiche. Anche così, si ha spesso la sensazione che ascoltarlo renda quanto guardarlo. Ripeto: non è molto, comunque. Peter Hujar emerge come una figura affascinante, ma questo film è meno interessato a lui e più stregato da un espediente che rischia di soffocare le poche intuizioni che offre. Sotto certi aspetti, questa scelta audace è più ammirevole rispetto a un biopic semplice e convenzionale, ma ciò non significa che questo approccio funzioni necessariamente per chi non è già profondamente interessato a questa scena.
Valutazione Flickering Myth – Film: ★ ★ / Movie: ★ ★
Robert Kojder
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