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Recensione del film - Night Always Comes (2025)
Night Always Comes (2025).
Diretto da Benjamin Caron.
Con Vanessa Kirby, Jennifer Jason Leigh, Zack Gottsagen, Stephan James, Julia Fox, Eli Roth, Randall Park, Michael Kelly, J. Claude Deering, Dana Millican, Curtis McGann, Jake McDorman, Jennifer Lanier, Jason Rouse e Smack Louis.
TRAMA:
Rischiando tutto per assicurarsi un futuro per sé e per il fratello, Lynette si mette in cammino per un pericoloso viaggio, affrontando il proprio oscuro passato nell'arco di una notte propulsiva.
Del regista Benjamin Caron (con sceneggiatura di Sarah Conradt, tratta dal romanzo di Willy Vlautin), Night Always Comes è benintenzionato ma eccessivamente esplicito, il che compromette il realismo crudo che intendeva perseguire. Non è solo un film sulla disumanizzazione e la vilificazione della classe povera: è il tipo di pellicola che dedica dieci minuti a martellare questo concetto dalla radio dell'auto, sfiorando praticamente ogni punto della trama che poi emergerà. A proposito di quei punti della trama, la narrazione ha un flusso episodico che pare esistere unicamente per spingere la protagonista da una situazione rischiosa o umiliante all'altra. Quando viene rivelato un vero e proprio trauma infantile tragico, niente in tutto ciò appare sincero o guadagnato; sembra piuttosto puntare su effetti shock a buon mercato che non attribuiscono valore significativo alla caratterizzazione.
Lynette (Vanessa Kirby) porta avanti diversi lavori (dal ristorante al sex work e altro ancora), provvedendo al fratello maggiore con sindrome di Down, Kenny (Zack Gottsagen, così affascinante e meraviglioso in The Peanut Butter Falcon, qui ridotto a nient'altro che un peso e un oggetto glorificato al servizio della storia) e alla madre spensierata e egoista (Jennifer Jason Leigh). In procinto di incontrare un agente immobiliare e chiudere l'acquisto di una nuova casa per allontanarsi dalla casa d'infanzia piena di ricordi dolorosi, a Lynette e alla madre viene chiesto di consegnare 25.000 dollari e firmare i documenti. La nuova casa le permetterebbe anche di essere una tutrice più responsabile per Kenny.
In uno dei casi più eclatanti del tipo "non ci sarebbe film se non fosse per un ostacolo artificioso che impedisce che ciò accada", quella madre sperpera i soldi per un'auto, sostenendo che era ora di pensare un po' a se stessa. Sconvolta e arrabbiata, Lynette viene catapultata in una notte estenuante (non solo per lei, ma anche per questo film lento), mettendo da parte il lavoro onesto e malpagato per procurarsi quella stessa somma, con un'ultima possibilità di presentarla entro la mattina.
Il detour più interessante arriva dai suoi incontri con l'amica Gloria (Julia Fox in un ruolo minore), un'escort che ha fatto il colpo con un sugar daddy, vivendo da nababbi per associazione. Preoccupante e forse realistico, ha assunto un atteggiamento da "ce l'ho fatta", mostrando scarso interesse a restituire alcuni debiti a Lynette che potrebbero aiutare molto nel finanziamento. Ci sarebbe tutto un film da esplorare su come la società non solo rivolta i poveri contro i poveri, ma anche su come chi la supera possa essere talmente innamorato della nuova vita e terrorizzato di tornare indietro da perdere la sensibilità e l'empatia verso amici che dicono di avere. Non sarebbe giusto dire che a Gloria non importa della situazione di Lynette, quanto che è diventata egocentrica e più preoccupata di sapere se il suo cliente ricco è ancora attratto da lei. Se non lo fosse, beh, torna al gradino più basso del totem insieme a Lynette.
Invece Gloria scappa per incontrare il suo cliente, permettendo convenientemente a Lynette di restare nel suo appartamento che, per coincidenza, ha una cassaforte piena di soldi. Poi, in una scelta creativa a dir poco sorprendente, Lynette si riavvicina a Cody (Stephan James), un uomo nero ed ex detenuto (spiega di essere stato incastrato), per scassinare quella cassaforte. Va detto che Cody è consapevole del razzismo casuale dietro questa richiesta, ma il film sembra operare secondo la logica del "prendi un uomo nero per interpretare il criminale trascinato in ulteriori reati".
Vengono introdotti anche altri personaggi, tra cui Tommy (Michael Kelly), che ha adescato la Lynette "selvaggia" quando aveva 16 anni. Nel suo stato di disperazione, Lynette cerca di fare uno scambio per ottenere dei soldi. A un certo punto appare anche Eli Roth nel ruolo del losco padrone di casa che organizza una festa, pronto a scambiare denaro per droga. Lynette è inoltre costretta a portare Kenny con sé in questo giro e in alcuni pericoli, combattendo personaggi loschi e mettendo da parte il proprio trauma per raccogliere i soldi.
Il problema è che, pur essendo competente e guardabile, Night Always Comes non ha molto slancio per un thriller criminale che dovrebbe avere l'urgenza di una sola notte. Nonostante un cast corale impressionante e una prova forte e coinvolgente di Vanessa Kirby, tutto risulta distante (un altro sottotrama abbandonato riguarda il cliente del lavoro sessuale di Lynette, interpretato da Randall Park) e dà l'impressione di una narrazione alla ricerca di scenari in cui collocare la protagonista senza capire cosa ciò apporti alla caratterizzazione o al commento sociale che ambisce a rappresentare. Ci sono poste in gioco, ma l'esecuzione è vuota; sembra sempre più un "Film" con la F maiuscola piuttosto che una storia autentica. Poi c'è il finale, che dovrebbe essere progressista ma risulta egoista e ripugnante, in sintonia con la madre interpretata proprio da Jennifer Jason Leigh. Si spera che arrivino film migliori.
Valutazione Flickering Myth – Film: ★ ★ / Movie: ★ ★ ★
Robert Kojder
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La notte arriva sempre, 2025. Diretto da Benjamin Caron. Con Vanessa Kirby, Jennifer Jason Leigh, Zack Gottsagen, Stephan James, Julia Fox, Eli Roth, Randall Park, Michael Kelly, J. Claude Deering, Dana Millican, Curtis McGann, Jake McDorman, Jennifer Lanier, Jason Rouse e Smack Louis. TRAMA: Rischiando tutto per assicurare un futuro a sé e a suo fratello, Lynette […]