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Recensione del film – Ballad of a Small Player (2025)
Ballata di un piccolo giocatore, 2025.
Regia di Edward Berger.
Con Colin Farrell, Fala Chen, Tilda Swinton, Deanie Yip Tak-Han, Alex Jennings, Jason Tobin, Adrienne Lau e Anthony Wong.
SINOSSI:
Quando il suo passato e i suoi debiti cominciano a raggiungerlo, un giocatore d'azzardo ad alto rischio che si nasconde a Macao incontra un'anima affine che potrebbe avere la chiave della sua salvezza.
Beh, almeno il regista Edward Berger sembra evidentemente determinato a non ripetersi. Ballata di un piccolo giocatore è tanto una deviazione dalla sua filmografia in costante crescita quanto lo è stato Conclave rispetto al suo esordio di grande impatto, il remake di Niente di nuovo sul fronte occidentale. Questo terzo lungometraggio (sceneggiatura di Rowan Joffe, basato sul romanzo di Lawrence Osborne) prova a fare qualcosa di storto con il sottogenere del giocatore d'azzardo degenerato, addentrandosi nella psiche del protagonista fino a una rottura psicologica e a un elemento soprannaturale inaspettato. Nell'esecuzione, è un ammasso disarticolato in cui è difficile investire emotivamente.
Un aspetto positivo è che è un altro film tecnicamente impressionante, con una fotografia sorprendente di James Friend che cattura la vita notturna energica di Macao e l'ambientazione del gioco d'azzardo, così come quel che mette in ansia Lord Doyle interpretato da Colin Farrell. E la colonna sonora incessantemente potente di Volker Bertelmann è una presenza costante a sottolinearlo. Quanto al nome, è uno che si è scelto per sostenere il suo status e la sua autostima. Doyle può sembrare ricco, con soldi da buttare, che gioca notte dopo notte, ma è tutta una facciata. I suoi fortunati guanti gialli non sono poi così fortunati, e anzi ha debiti così ingenti da rischiare la deportazione in Inghilterra. Altrettanto pressante è il fatto che venga braccato e spiato dall'investigatrice privata Blithe (Tilda Swinton), pronta a ricattarlo per il suo passato losco.
I debiti che Doyle deve saldare non sono solo finanziari, e gran parte di Ballata di un piccolo giocatore funziona come un viaggio personale alla scoperta di sé. Il problema è che, nonostante le espressioni consumate di Colin Farrell, i crolli nervosi e i momenti di riflessione silenziosa, non è necessariamente un'introspezione interessante sull'identità. E questo senza considerare i tocchi soprannaturali superficiali, che nel romanzo sono quasi certamente più sottili e incisivi. Qui sono un elemento goffo che avrebbe potuto essere la base stuzzicante per un film diverso.
Lungo il percorso, Lord Doyle fa anche amicizia con una lavoratrice del casinò piena di sensi di colpa, Dao Ming (Fala Chen), spezzata e sconfitta dall'aver visto perdenti (simili a Doyle) dilapidare i loro soldi e gettarsi dai tetti. Essendo colei che distribuisce le fiches, Dao si sente complice di questa tragedia apparentemente senza fine. Analizzare la natura problematica del vizio del gioco attraverso chi si sente in colpa per lavorare in questi casinò sarebbe stata una scelta più fresca e coinvolgente rispetto al vedere un altro perdente precipitare, ma non è ciò che questa narrazione (e presumibilmente il romanzo) propone. Invece, Dao sviluppa in modo casuale un'amicizia che sfiora il romantico con Lord Doyle, diventando l'ultima persona a cui egli promette di saldare i debiti (la sua storia è ancor più triste). Da lì, il film trova modi ancora più offensivi per trattare il suo personaggio come un oggetto esistente unicamente per servire il suo arco narrativo.
Al minimo, Ballata di un piccolo giocatore sfrutta il baccarat per un paio di scene di gioco tese e ad alta ansia (con la macchina da presa pronta a catturare i più piccoli frammenti visibili mentre Doyle, estremamente nervoso, scopre lentamente le sue carte) e cerca di inserire affascinanti miti e usanze cinesi nella morale avvertente, in qualche modo intrigante, della storia. Chi guarda da casa su Netflix potrebbe anche essere persuaso a fare un viaggio a Macao o al casinò più vicino. Qualunque delle due opzioni suona come un'idea migliore rispetto a guardare questo film, che è principalmente un esempio classico di come appiattire varie idee di un romanzo in un insieme incoerente. Si continua ad ammirare ciò che Edward Berger riesce a ottenere con i suoi fidati collaboratori tecnici, ma la storia qui è una delusione che lascia indifferenti.
Valutazione Flickering Myth – Film: ★ ★ / Movie: ★ ★ ★
Robert Kojder
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